" Luigi,voglio farti un regalo..."
" Un regalo?"
"Sì, una mascotte"
"Ma io sono un adulto, non un bambino"
"E allora? Da ortopedico dimmi :qual'è il tuo osso preferito?"
" L'omero, l'osso della spalla..."
" Bene allora basta spostare un accento e con un pò di fantasia prende vita Omero, l'osso del mistero, un pò poeta un pò investigatore..."
Ecco come parte la storia di Omero, l'osso del mistero, da un'idea nata per amore e con amore.
E poi prendono forma i disegni che danno vita al racconto fantastico in cui i protagonisti sono Ossetti.
"Hai mai avuto un osso per amico ?" Chiedo ad un bambino che mi guarda in silenzio, con occhi curiosi.
"Presto lo avrai", ormai la fantasia è al galoppo.
Christian e Maurizio trasformano le parole in colori e immagini alla Walt Disney.
E poi si unisce la parte educativa con la rubrica "Salute in spalla" per avvicinare le famiglie ai temi della salute e della prevenzione.Se si interviene sin da piccoli nella cura delle ossa, della postura, si evitano problemi più gravi da grandi.
"Luigi pensaci tu...sei o non sei il medico dell'osso ?"
E poi ancora inizia l'avventura del crowdfunding con l'aiuto di Maurizio ed Anna,per rendere reale l'idea, un modo nuovo di coinvolgere i social network su un progetto educativo e divertente dai risvolti sociali. Roberta e tanti amici ci danno una mano, sono tutti nel nostro cuore.
E poi si realizza il libro, e va ai sostenitori del crowdfunding, viaggia nelle scuole di Napoli come dono per insegnanti e bambini..
"Il libro è bello, portiamo in libreria" dice Piero l'editore.
E arriva anche sugli scaffali in libreria in una prima edizione in tutta Italia...e poi?
Chissà come continuerà il percorso del piccolo buffo Ossetto Omero, nato per amore...
Amore,Fantasia, Solidarietà e Amicizia continuano ad accompagnarlo.
Grazie ancora a tutti gli amici che ci hanno sostenuto nel progetto.
Buon Natale da Omero, l'osso del mistero..
Storie da gustare, storie colorate, profumate, per riflettere...come un fiore si aprono al lettore...
venerdì 19 dicembre 2014
martedì 16 dicembre 2014
MI CHIAMO ANGELO..UNA STORIA CHE POTREBBE ESSERE LA NOSTRA
“Mi chiamo Angelo,ho
spalle forti, braccia muscolose e due gambe d’acciaio. Non è un modo di dire.
Le mie gambe sono ormai le ruote della sedia a rotelle che da due anni è
diventata la mia amica del cuore, sorella, madre, direi quasi compagna di vita.
Non voglio pietà o
commiserazione, sono un tipo orgoglioso, dinamico e continuo ad esserlo.
L’incidente in moto che ha segnato il corso della mia vita non ha cambiato
o piegato il mio carattere. Anzi , ogni nuova esperienza è una sfida con me stesso. Ma l’affetto e lo
sguardo di simpatia di chi mi sta vicino sono ingredienti fondamentali per
aiutarmi ad accettare questa condizione difficile.
Scale, mezzi pubblici,
posta , musei, ristoranti, cinema, teatri sono diventati ostacoli quasi
insormontabili. Che fatica! E quanta indifferenza condita con melensa curiosità. Sguardi furtivi che
cercano con indelicatezza tracce di sofferenza e disperazione sul mio viso.
“ Anche io ero
così….prima? “
Angelo sfogliava nei ricordi antecedenti l’incidente. Non si era
mai posto il problema della malattia, né
tantomeno della disabilità. Non era un “indifferente”, semplicemente non aveva
mai pensato che sarebbe potuto toccare a lui. Essere autonomi era un diritto
imprescindibile, una condizione essenziale della sua esistenza. Così la
pensava.
“ E ora? Quando seppi che non avrei mai più potuto
camminare pensai ad uno scherzo crudele. No, non poteva capitare a me, avevo
vent’anni, tanti sogni, tante idee da realizzare. Perchè’??????E poi….Mi
abbandoneranno? Nuvole fosche di ansia e
timore avevano ormai oscurato il mio sole. Non è stato facile cacciare via le
nuvole e ritrovare la luce, il calore, il profumo di piccoli istanti di gioia.
No, non mi hanno abbandonato. Almeno non tutti. Le persone che mi amavano
veramente mi sono state vicino, con delicatezza, senza ferire il mio orgoglio e
la mia sensibilità acuita dal dolore. Non sono state rose e fiori, ma ce l’ho
fatta. Ho ripreso ad ammirare il colore del cielo, a gustare i sapori,gli
odori, l’energia positiva ha incominciato a riempire di nuovo la mia vita.
Tutti possiamo farcela.”
Il mio primo incontro con
la sedia a rotelle fu devastante. Non potevo credere che avrei passato il resto
della mia vita su quella “cosa”. Quando mi avvicinarono tentai di allontanarla
da me con la potenza delle mie braccia muscolose. Esplosi in tutta la rabbia
che covavo per quell’ingiustizia che mi
era capitata. E poi scoppiai in un interminabile pianto. Lungo, salato ma
liberatorio. Capii che se avessi continuato con quell’atteggiamento
comprensibile ma distruttivo non sarei andato da nessuna parte. Sembra un gioco
di parole ma era la realtà. E allora cercai di amarla quella “cosa”,
detestabile ma assai preziosa. Addirittura la feci dipingere di arancio il mio
colore preferito, il colore dell’energia e del sole. Certo non passavo
inosservato e poi ero visibile anche con il buio….In breve tempo imparai ad
usarla e d apprezzarla; ormai quella “cosa” era diventata le mie gambe, la mia
possibilità di autonomia. E poi così ero diventato la mascotte del quartiere.
Non andavo più di fretta, inscatolato in mille impegni, ogni minuto scandito
dal ticchettio del mio orologio interno. Non potevo più farlo. Ma questo,
scoprii più tardi quando la marea di tristezza stava lentamente scomparendo dal
cuore, era senza dubbio un vantaggio. Anzi un’opportunità. Incominciai a
conoscere le persone intorno a me, non solo un saluto e via, ma uno sguardo
profondo, un sorriso, un parlarsi per entrare in una reale sintonia. Il
giornalaio mi aggiornava di quello che succedeva nel quartiere, con il
fruttivendolo parlavamo di coltura biologica, al caffè ero sempre il benvenuto.
Piccole sfumature di gioia nella giornata. C’era anche chi ti sbarrava la
strada, chi andava di fretta e ti urtava senza neanche chiedere scusa, sgarbi
quotidiani a cui col tempo imparai a non
dare peso. E poi scoprii altre persone come me, compagni di viaggio in quel
nuovo universo dove eravamo precipitati senza un’apparente ragione. C’era Renato,
il ragazzo sordo muto e la ragazza cieca. Cecilia si chiamava. Abitavano vicino
a me ma prima dell’incidente non avevo mai saputo della loro esistenza.
Incominciammo a darci appuntamento nel bar sottocasa e si creò fra di noi una
vera e propria rete di solidarietà e amicizia…..
Con il
tempo avevamo esteso la rete di amici “
diversi” e insieme avevamo coniato una parola d’ordine per il nostro nuovo
gruppo : sorriso. Era diventata la nostra bandiera, non potevamo scordarci di
sorridere. Era l’antidoto all’amarezza di ogni momento scolorito, dove ti
assaliva la tristezza e la disperazione.
Ho imparato a sorridere. Prima lo facevo poco. Lo consideravo una sorta di
lusso superfluo. Ma poi ho capito che il sorriso è la porta di comunicazione
con l’anima, con la propria e con quelle intorno pronte a sintonizzarsi. E’
contagioso..Continua..
Ho incominciato a scrivere questo romanzo un anno fa..ora l'ho terminato ed è diventata una storia piena di passione, tenerezza e fatti imprevedibili...
Angelo è nella mia anima e ora è arrivato il momento di farlo volare: cosa ne pensate?
venerdì 12 dicembre 2014
mercoledì 3 dicembre 2014
ANCHE NOI IN SCENA:INSIEME PER I BAMBINI AUTISTICI
Ciao mi chiamo Luigi e tu?
Silenzio.
Giochiamo insieme?
Silenzio.
La vuoi una caramella?
Silenzio.
Ma cosa sei un guscio di noce?
Un bambino autistico spesso non ha voce, sta in silenzio, isolato e perso nel suo mondo. Fa tristezza, ma non è una condanna, si può aiutare.
E' questo l'obbiettivo del progetto "Anche noi in scena": il primo laboratorio teatrale per autistici ideato dal centro ricreativo-educatico Il villaggio di zio Pino, di Castellammare di Stabia (NA), un laboratorio teatrale di 8 settimane realizzato con bambini autistici da operatori professionisti ed attori, coinvolgendo come attori e sceneggiatori i bambini.
Silenzio.
Giochiamo insieme?
Silenzio.
La vuoi una caramella?
Silenzio.
Ma cosa sei un guscio di noce?
Un bambino autistico spesso non ha voce, sta in silenzio, isolato e perso nel suo mondo. Fa tristezza, ma non è una condanna, si può aiutare.
E' questo l'obbiettivo del progetto "Anche noi in scena": il primo laboratorio teatrale per autistici ideato dal centro ricreativo-educatico Il villaggio di zio Pino, di Castellammare di Stabia (NA), un laboratorio teatrale di 8 settimane realizzato con bambini autistici da operatori professionisti ed attori, coinvolgendo come attori e sceneggiatori i bambini.
L’autismo è un disturbo che accomuna milioni di ragazzi e famiglie in tutto il mondo, compromettendo la capacità immaginativa, la comunicazione e l’interazione sociale. E’ un disturbo complesso, poco conosciuto e trattato spesso in modo inadeguato tanto da generare a volte una maggiore chiusura dei bambini. Giocando i bambini si esprimono, imparano e socializzano. Il teatro come linguaggio espressivo consente al bambino di esprimersi in modo completo lavorando sul modo d'esprimersi, sul corpo e sull’integrazione.
Come aiutare il progetto? Partecipando al crowdfunding, cioè ad una colletta sociale per finanziarlo.
Basta fare una piccola donazione on line su: http://www.eppela.com/ita/projects/1639/anche-noi-in-scena entro fine dicembre.
Un bel regalo per Natale, in punta di piedi e con amore sotto l'albero dei bambini autistici puoi esserci anche tu.
lunedì 1 dicembre 2014
I Bambini di Scampia
Vele che urlano al cielo storie di disperazione,bambini che ti guardano con un sorriso pieno di entusiasmo e stupore. Voglia di scappare, rabbia che esplode e frantuma le coscienze, voglia di rimanere, di crescere, di crederci ancora e trasformare quel dolore pungente in un germoglio di pace.
I due volti di Scampia che grazie alla iniziativa di ICWA, l'Associazione Italiana Scrittori per Ragazzi di cui faccio parte, abbiamo avuto la possibilità di guardare.
I bambini e i ragazzi che abbiamo incontrato nelle scuole e al Centro Hurtado avevano una luce che brillava negli occhi. Una luce che esprimeva il desiderio di conoscere, di imparare, di leggere, di creare, ma sopratutto di affermare con orgoglio " Noi siamo di Scampia e ci crerimm". Ci crediamo e sconfiggiamo l'anatema che ci ha colpiti. Come? L'antidoto c'è. Abracadabra... eccolo qua. Una manciata di forza per sviluppare l'energia e l'autostima e poi aggiungiamo una zolletta di speranza, pensare positivo fa bene, e un pizzico di fantasia che colora la giornata e tutti i mali porta via.
E noi vogliamo raccontare questo di Scampia, con un lungo filo di note che rimbalza per l'Italia e raccoglie la musica dei racconti dei bambini....
Grazie ai Presidi e agli insegnanti delle scuole Virgilio4, E. Montale,S.Pertini, E.Morante, al Centro Hurtado, ai genitori.Grazie al Comune di Napoli, al Colonnello Tirino, a Tiziana, Manuela, Roberto, alle due Anna, Barbara, Daniela, Marco, Michele,Claudia,Giuliana, a tutti gli autori, e a tutti i sostenitori di "Scampia storytelling". E un grazie speciale ai bambini per averci raccontato, con quella luce negli occhi, la vostra storia.Torneremo.
I due volti di Scampia che grazie alla iniziativa di ICWA, l'Associazione Italiana Scrittori per Ragazzi di cui faccio parte, abbiamo avuto la possibilità di guardare.
I bambini e i ragazzi che abbiamo incontrato nelle scuole e al Centro Hurtado avevano una luce che brillava negli occhi. Una luce che esprimeva il desiderio di conoscere, di imparare, di leggere, di creare, ma sopratutto di affermare con orgoglio " Noi siamo di Scampia e ci crerimm". Ci crediamo e sconfiggiamo l'anatema che ci ha colpiti. Come? L'antidoto c'è. Abracadabra... eccolo qua. Una manciata di forza per sviluppare l'energia e l'autostima e poi aggiungiamo una zolletta di speranza, pensare positivo fa bene, e un pizzico di fantasia che colora la giornata e tutti i mali porta via.
E noi vogliamo raccontare questo di Scampia, con un lungo filo di note che rimbalza per l'Italia e raccoglie la musica dei racconti dei bambini....
Grazie ai Presidi e agli insegnanti delle scuole Virgilio4, E. Montale,S.Pertini, E.Morante, al Centro Hurtado, ai genitori.Grazie al Comune di Napoli, al Colonnello Tirino, a Tiziana, Manuela, Roberto, alle due Anna, Barbara, Daniela, Marco, Michele,Claudia,Giuliana, a tutti gli autori, e a tutti i sostenitori di "Scampia storytelling". E un grazie speciale ai bambini per averci raccontato, con quella luce negli occhi, la vostra storia.Torneremo.
mercoledì 22 ottobre 2014
UN PETALO DAL PROFUMO DI SOGNO PER COLORARE LA REALTA'
" Ero seduta in un prato circondata da tante bolle
colorate. Soffici,festose, mi accarezzavano i capelli, la pelle, sembravano
avvolgermi, alcune volte addirittura mi solleticavano con delicatezza. Altre
volte mi premevano con insistenza, sembravano volermi urtare. Guardando
meglio, dentro le bolle c’erano delle
faccie, degli occhi, dei posti, frammenti del passato.
Non si fermarono per molto, dopo pochi minuti incominciarono a volare
via, scomparivano senza lasciare traccia. A quel punto ho percepito una
sensazione strana, era come se una parte della mia vita si fosse volatilizzata.
Mi sono svegliata di colpo durante la
notte. Mi sentivo senza forze, svuotata. Non so perché ma mi sei venuta in
mente. Mi era sembrato di vedere il tuo viso imprigionato in una bolla, una
grande bolla che diventava sempre più
piccola lassù nell’infinito"...
Questo sogno mi è stato raccontato da una amica pittrice, lei si ispira ai suoi sogni per creare i dipinti. Forme e colori prendono vita nel suo subconscio per poi esplodere sulla tela.Questo accade anche agli scrittori e perfino i musicisti spesso sognano la musica in una sinfonia di note che riempiono la notte e il sonno...
E se lasciassimo aperto il cancello del giardino nostro inconscio?
Chissà quanti fiori potrebbero nascere per colorare la nostra vita...
Forse scopriremmo lati nascosti e profumati nella nostra realtà.
Ci proviamo?
PUOI LEGGERE ANCHE:
giovedì 2 ottobre 2014
IL DESERTO E' COME IL MARE:INFINITO E CARICO DI SOGNI
Cosa ci canta oggi il cantastorie? Siete mai stati nel deserto? E' un'esperienza unica per il cuore e l'anima...Ascoltiamolo insieme:
"Il deserto è come il mare, infinito e silenzioso.Cambia colore e forma,oro rosa al mattino, per poi sfumare nei toni dell'ocra e del rosso al tramonto. La notte poi è nero, scuro come la pece, ogni rumore è attutito, svuotato dal suono, si sente solo l'eco del vento che riempie ogni spazio, inizia in tono sommesso, poi a poco a poco diventa un uro forte, cupo carico di umori.Le dune si muovono al pari delle onde, la sabbia finissima scivola addosso come acqua, questa distesa immensa mette in contatto diretto con la propria anima, con le emozioni più nascoste e profonde, non si può più sfuggire allo specchio di noi stessi, al groviglio di pensieri che spesso è sommerso in un pozzo senza fine, ma che appare poi all'improvviso....
Se si ascolta di notte la voce del vento si riesce a percepire la magia di mondi lontani che si aprono, che si svelano attraverso il soffio tumultuoso e si rivelano i sentimenti più intimi, le emozioni più celate che sono comuni e universali..
L'atmosfera rovente del deserto non crea soltanto miraggi per viandanti sprovveduti ma alimenta i nostri sogni.Il silenzio e il senso d'infinito che ci circondano fanno lievitare la fantasia, l'intuizione e quel filo invisibile di aspirazioni mai ascoltate, di desideri inespressi che spesso ci avvolgono senza trovare una via d'uscita e così facendo spengono l'entusiasmo e la vitalità creativa che sono il vero carburante della nostra esistenza...."
Vi siete mai sentiti così? nel silenzio ascoltate i vostri sogni?
Per riflettere un pò....
DA LEGGERE:
SOLA E SENZA MEMORIA IN UN CAMPO DI GIRASOLI
lunedì 22 settembre 2014
SOLA E SENZA MEMORIA IN UN CAMPO DI GIRASOLI
“ Ancora quel maledetto sogno” pensò
“ Arriva puntualmente e ogni volta mi lascia svuotata”
Sola in un campo immenso di girasoli. Il
sogno movimentava spesso le sue notti ed era così intenso che le sembrava di
vivere realmente quella situazione surreale. Ogni volta uguale, stesse scene,
stessi colori. E ogni volta le riproponeva con forza una domanda.
Si può immaginare il futuro senza evocare il proprio passato? E’ come
scrivere una sinfonia senza conoscere le note o dipingere un quadro senza
occhiali per un miope, il tono e’ impreciso, i contorni sfocati. Letizia, non
riusciva a proiettarsi in avanti senza conoscere tutti i mattoni con cui era
stata costruita la sua storia personale. C’era una zona della sua vita, degli ultimi anni che non ricordava assolutamente. Come fosse bloccata da un muro
alto e opaco. Provava spesso a valicarlo. Ma fino ad ora non ci era riuscita.
Aveva solo collezionato immagini scollegate, dai colori lievi, emozioni prive
del profumo intenso di esperienze realmente vissute. Aveva compreso, sulla
propria pelle, l’importanza delle sue radici, del susseguirsi degli eventi che
l’avevano fatta crescere, soffrire, amare. Sentiva intensamente il bisogno di
ricomporre i tasselli del suo mondo di ieri. Quel sogno ricorrente era
probabilmente un segnale di questa sua ricerca frustrante. Durante quei sonni
agitati si sentiva prigioniera di un interminabile presente. Le pareva che la sua vita fosse racchiusa in
quell’infinito campo di girasoli..Un incubo, provava la inquietante sensazione di veleggiare all’interno di una nebulosa in solitudine e senza una direzione...Un racconto di fantasia? No è la testimonianza di un 'anziana signora che incominciava ad ammalarsi di una malattia devastante per lei e i suoi familiari.Un mostro che cresceva lentamente ma inesorabilmente dentro di lei ingoiandosi la sua anima.
Un mostro chiamato Alzehimer.
Letizia mi disse che priva di una parte del passato si sentiva mutilata della sua essenza interiore. Era come una conchiglia che conservava solamente il suo guscio, senza il contenuto, riempita di una sabbia polverosa, inodore e insapore. Si sentiva impotente, bloccata in un labirinto di cui non trovava l’uscita..ma continuava a sorridere e a creare piccoli fiori di carta che regalava agli amici.
Una storia triste questa ma dal profumo delicato e intenso delle rose che Letizia, gentile signora d'altri tempi non voleva smettere di creare per continuare a vivere e a sperare...
PUOI LEGGERE ANCHE:
IL MARE CANTA PER GLI INNAMORATI
martedì 16 settembre 2014
UN PETALO DI MAGIA:NAPOLI PER GABO
Mi ha sempre affascinato Gabriel
Garcia Marquez, per quelle note di fantastico e di magia nei suoi romanzi che
fanno risuonare le anime dei lettori sintonizzate con la musica delle sue parole.
Questo tessuto di emozioni e di colori la
si ritrova anche nella letteratura per l’infanzia: il bambino si alimenta
proprio di magia e fantasia per incominciare a volare sul tappeto dell’ immaginazione
e a sognare.
Purtroppo si sogna sempre di meno, è
solo un’illusione, si dice, e non si può vivere di illusioni. Ma il sogno è
anche speranza ed energia positiva che si può trasformare in azione e quindi modificare
una realtà di buio in un futuro di luce.
A mio avviso Marquez ci insegna questo nei suoi
bellissimi libri, a non smettere di sognare, mai.
E l’Arte, nelle sue varie espressioni
non è forse un sogno realizzato? E’ un pensiero, un’illuminazione, un’intuizione
che prende forma e si realizza come per magia…
Da qui nasce l’iniziativa promossa dall’Associazione
Culturale Tempo Libero che si apre Al Palazzo delle Arti di Napoli dal 17 al 24
settembre con il patrocinio del Comune.
Napoli per Gabo: arte, musica e parole per un
grande rito collettivo dedicato a Gabriel Garcia Marquez.
Un viaggio nei suoi
romanzi attraverso la lettura e l’interpretazione
pittorica a cura di artisti partenopei. Per continuare
a respirare il profumo di cacao e cannella dell’anima sudamericana e a danzare al ritmo
della sua poesia.
Da leggere anche:
lunedì 8 settembre 2014
IL MARE CANTA PER GLI INNAMORATI
L'amore è come un fiore che vuole aria, pioggia e luce, non si può metterlo in serra. Così viene nutrito si, ma se ne soffoca il
profumo.
Lisa amava i fiori e ogni volta che stava in un prato, con le onde di corolle che ondeggiavano alla brezza, pensava all'amore. Lei, aveva solo sedici anni, pensava spesso al ragazzo ideale, si perdeva nel colore dei suoi sogni, ma ancora non aveva provato questa emozione. Era una romantica, fuori tempo.Le sue amiche la prendevano in giro..
"Cresci,prova, sperimenta, ci sono tanti ragazzi, aspetti ancora il principe azzurro?Sei antica". La deridevano. Ma lei rimaneva ancorata alla sua idea fiabesca,leggeva aspettava, sperava. Così passarono gli anni....
Si ricordava delle parole di sua madre quando da bambina si accoccolava fra le sue
braccia, al tramonto e ascoltava le parole che scivolavano
lievi nella quiete della stanza
|
“ Amare amare” diceva sua
madre con gli occhi luminosi, “
E’come un tuffo in acque aromatiche e profonde, alla scoperta di nuove
possibilità di vita. Sai, Lisa il mare canta
per gli innamorati.... E questa musica
unisce i cuori di chi è disposto a sentirla ,di chi si lascia attrarre
da questo incanto, dal suono magico delle
acque infinite..E così, ascoltando il
ritmo dei flutti, due cuori
possono incontrarsi ed entrare
in sintonia sempre di più, e palpitare
insieme, amarsi e ad ascoltare uniti le bellissime canzoni mormorate dalle
onde, trasportate dalla brezza
marina......
Lei aspettava l'uomo dal mare...
Che finale dareste a questa storia? Lisa troverà il suo vero amore? E in caso affermativo, i due innamorati avrebbero scelto di mantenere il loro rapporto unico e privilegiato?La stabilità affettiva è un dono o esprime la volontà di sciogliere insieme i nodi che spesso ingarbugliano un rapporto d'amore? Ognuno ha dentro di sè la sua risposta .......
Da leggere anche:
|
mercoledì 27 agosto 2014
UN PETALO ROSSO CREMISI DA REGINA
Un racconto breve, un petalo di storia che raccoglie uno stato d'animo in ebollizione. Che ne dite? Vi siete mai sentite cosi? E perchè?
Ecco il racconto:
"Stava camminando nel deserto vestita come se dovesse
assistere ad una prima teatrale, indossava un vestito di seta cremisi
longuette, senza maniche, scarpe alte in tinta, orecchini pendenti ed un
profumo morbido, avvolgente. Camminava come una regina, a testa alta,
seguendo un immaginario tappeto rosso che si srotolava al suo passaggio. Sembrava
tutto vero, tangibile. Ma questa non era la realtà. Non capiva, l’avrebbe mai
veramente compreso? che stava vivendo in un miraggio. Continuava quindi a
procedere imperterrita rivolgendo lo sguardo intorno, sorridendo a persone
immaginarie, salutando con la mano le comparse di quel suo sogno così vivido, ascoltando
parole silenziose e mai pronunciate che rimbombavano tuttavia nel cuore…..
Perla si svegliò di soprassalto, sudata e tremante.
Bianca e luminosa come il gioiello di
cui portava il nome, era una giovane donna di trent’anni. Sognatrice,
fantasiosa, impulsiva, dolce, forse ancora acerba nei sentimenti. Si svegliò
con una rabbia sorda, travolgente. Non
l’aveva mai provata prima di allora, mai aveva sentito quel groviglio di
sensazioni brucianti, quella voglia di scagliarsi contro il mondo, quella forza
trascinante che poteva distruggere senza pietà, senza ragione. Si spaventò moltissimo,
aveva sempre vissuto emozioni più lievi, dalle tinte pastello. Quella
visceralità emotiva le era estranea, incomprensibile.Cosa le stava succedendo?
Cosa nascondeva il suo cuore ? Perché non riusciva a frenare quelle ondate di aggressività
ruggenti che emergevano all’improvviso come un torrente in piena? Era stato
forse il sogno apparentemente innocuo, seppur assurdo, a scatenare quella
collera? Si alzò dal letto con un senso di oppressione. Era come se una mano
gigantesca e invisibile le facesse pressione intorno alla gola, sottraendole
l’aria, scivolando sempre più all’interno, comprimendole gli organi vitali. La rabbia si
era tramutata in un malessere fisico che la lasciava senza forze, svuotata. Si
vestì con difficoltà, con uno sforzo immenso......."
martedì 22 luglio 2014
UNA GOCCIA MAGICA DAL MARE PER IMPARARE A SCEGLIERE
Ho visto una goccia
d’azzurro del cielo scivolare leggera da lassù,cadendo nelle mie mani che
l’aspettavano pronte.Mi sembrava quasi che stesse sorridendo.Ma come può una
goccia sorridere?
E perché?Forse già
sapeva cosa sarebbe successo.Dopo averla raccolta l’avevo infatti messa dentro
ad una tazzina da caffè. E ogni tanto la guardavo.Era di un’azzurro intenso.Ad
un certo punto provai a toccarla.E ohibò anche il mio dito diventò tutto
azzurro. E non solo il dito ma anche tutto il mio corpo si stava colorando!
Temevo di diventare la fata Turchina,ma c’era un problema.Non avevo la
bacchetta magica!O forse ce l’avevo?
Provai a toccare un
oggetto vicino a me:diventò azzurro anche quello.Insomma ero diventata una
specie di Re Mida del colore ma la cosa mi spaventava un po’.Decisi però di
cogliere l’occasione per rinnovare l’arredamento di casa.Bastò un mio tocco per
trasformare lenzuola e asciugamani .E poi anche il mio guardaroba diventò color
dei fiordalisi.Ma la cosa veramente fantastica fu che improvvisamente mi
ritrovai in un mondo dove tutto,ma proprio tutto era azzurro.E ancora più velocemente mi ritrovai immersa in una
distesa di acque turchine.
Incominciai allora
a nuotare,a nuotare in un mondo
trasparente senza confini.Non sapevo proprio se era un sogno o la realtà ma mi
piaceva molto sentire l’acqua scivolare intorno a me e percepire la fluidità di
questi attimi senza tempo.Mi sembrava di vivere in una bolla morbida e leggera.
Senza peso e senza pesi .Sospesa nell’azzurro. Sembrava una rinascita.
E forse lo era.Era
la mia rinascita.Stavo vivendo l’inizio di una nuova vita e non lo sapevo
ancora.
Chiusi gli occhi e
mi lasciai trascinare dalla corrente.Dolce e lieve.Salata e frizzante in altri
momenti.Non fu un’imposizione o una rinuncia a lottare.Fu una consapevole
scelta.La scelta di vivere nella mia corrente,quella che porta a conoscersi
veramente.E ad amare la vita,ad assaporare i colori ,ad ascoltare le emozioni,a
lasciarsi vivere……….Scegliere è importante,bisogna imparare a scegliere.Per
trovare il proprio mare,la propria corrente,quella che ci trasporta con
facilità.
Possiamo scegliere di sognare e di provare a realizzare i nostri sogni, con impegno, entusiasmo....Proviamo a raccogliere anche noi una goccia dal cielo.....
DA LEGGERE ANCHE:
giovedì 17 luglio 2014
LE REGOLE PER ESSERE AMICI: UN PETALO DI VALERIA
Una ragazzina dagli occhi scuri e dolci mi ha regalato un pezzo della sua anima.
Valeria si chiama. Ha dodici anni ma una profondità ben maggiore della sua età anagrafica.
Le regole per essere amici:
Non allontanarti dagli altri
non aver paura di tutti
non fare finta di non sentire
non renderti antipatico
non chiedere se dopo non dai
non sfruttare le persone
non fraintendere i pensieri e le azioni
Immagina di trovarti ad un bivio e tu sei sperduto, cerchi aiuto, ma non trovi nessuno, solo il silenzio.
Ad un tratto ti ritrovi in compagnia di un mostro, che non vuole essere quello che è, che non è consapevole di dove si trova....
Vorresti scappare dalla trappola in cui sei capitato, ma non puoi...sei intrappolato all'interno di te stesso.
Piangi e ripensi a ciò che hai fatto.
Ecco, forse ho capito proprio adesso mentre sto scrivendo perchè ci sono tante persone che piangono.Non sono persone fragili, bensì combattive, che guardano in faccia la vita e non hanno paura del nuovo...
Ora non ti rimane che pensare e riflettere e guardare una volta per tutte con i piedi ben saldi per terra e amare la gente per quello che è perchè basta una parola o un gesto per ricucire le ferite inferte..
Mica male per una ragazza di dodici anni, vero?
Grazie Valeria per il colore e le emozioni che ci doni....e voi cosa ne pensate?
giovedì 3 luglio 2014
AVETE MAI AVUTO UN OSSO PER AMICO? ECCO IL PROGETTO OMERO E I NUOVI APPUNTAMENTI NELLE SCUOLE.
La creativià e le idee possono diventare parte di progetti sociali e di condivisione di emozioni,
uscendo dal confine dell'opera,del quadro, del libro, della musica. Possono viaggiare nei social, diventare il colore vivace nell'arcobaleno della rete, e creare un filo sottile con la gente.
uscendo dal confine dell'opera,del quadro, del libro, della musica. Possono viaggiare nei social, diventare il colore vivace nell'arcobaleno della rete, e creare un filo sottile con la gente.
Possono diventare start up, persino. Questo è la filosofia di base che
ha guidato il progetto di “Omero, l’osso del mistero”, che si sviluppa
attraverso il crowdfunding come primo step realizzativo..
E’ un progetto articolato che prevede un libro illustrato per bambini
a partire dagli otto anni, un ebook interattivo e degli incontri formativi attraverso
punti lettura dedicati in scuole,
biblioteche , reparti ospedalieri, associazioni per l’infanzia.
Lo scopo? Prendersi cura delle ossa sin dall’infanzia per uno sviluppo
armonico della crescita per evitare di stare male da grandi e sfatare molti malintesi che circolano sull’argomento.
Perchè parlare delle ossa solo quando ci fanno male e
non creare invece un atteggiamento di rispetto e cura sin da piccoli?
Dalla riflessione del Dott. Luigi Grosso, Responsabile della
Chirurgia della Spalla dell’Ospedale San Gennaro di Napoli, è nato il seme che
ha portato a definire la progettualità attraverso la narrazione della
scrittrice per l’infanzia e
comunicatrice Chiara Patarino, l’illustrazione di Moai Studio e una sua sezione
dedicata alla famiglia con consigli semplici e pratici sulla salute delle ossa
Il linguaggio della
fiaba costituisce il percorso narrativo che apre le frontiere
all’immaginario dei bambini con un messaggio universale che crea conoscenza ed
empatia, che può educare divertendo.
“Un osso per amico “, per traghettare i
bambini in questo mondo a loro sconosciuto e per incominciare a sviluppare una
vera e propria relazione anche se fantastica fra i piccini e i personaggi del libro.
Il progetto è stato presentato il 30 giugno al reparto di Pediatria dell’Ospedale Santa Maria delle
Grazie a Pozzuoli alla presenza di medici, insegnanti, associazioni di
volontariato, bambini, mamme. I bimbi presenti , un po’ di tutte le età, hanno conosciuto Omero, gli amici
Ossetti e il fantastico mondo di Ossicelli
attraverso il gioco e il disegno. Hanno ascoltato la narrazione in rima,
scherzato, si sono aperti al sorriso nei
confronti di un argomento in cui ci si confronta spesso solo con il dolore.
Si percorre una nuova
via anche nella comunicazione scientifica, quella del sorriso e della
partecipazione, a cui forse non eravamo più abituati. Ma si crea veramente una
sorta di magia che unisce. Piano piano. Con la
lentezza che porta alla consapevolezza .
Il progetto è stato presente sulla piattaforma
francese di Kiss Kiss Bank Bank e fino al 12 luglio ed è stato realizzato grazie al crowdfunding
Da dicembre il libro è anche in libreria e sui portali on line con Grauseditore.
E incominciano gli appuntamenti: il 7 marzo a Genova, il 14 marzo a Napoli e poi ad aprile a Roma in libreria. E grazie all'Assessorato dell'Istruzione del Comune di Napoli fra marzo e aprile ci saranno degli incontri con i bambini e i genitori nelle scuole napoletane di Pianura, del rione Sanità scuole di frontiera, dove c'è più bisogno di informazione su questi temi
Ci crediamo fino all'osso!!!!!!!E tu?Da dicembre il libro è anche in libreria e sui portali on line con Grauseditore.
E incominciano gli appuntamenti: il 7 marzo a Genova, il 14 marzo a Napoli e poi ad aprile a Roma in libreria. E grazie all'Assessorato dell'Istruzione del Comune di Napoli fra marzo e aprile ci saranno degli incontri con i bambini e i genitori nelle scuole napoletane di Pianura, del rione Sanità scuole di frontiera, dove c'è più bisogno di informazione su questi temi
OMERO L'OSSO DEL MISTERO SU YOU TUBE
UNA RICETTA ESTIVA CON GIGINZUCCHINA
Eccoci oggi con una ricetta semplice e gustosa, deliziosa per l'estate da preparare insieme ai propri bambini.
Giocando insieme si cucina meglio! L'ha realizzata per noi lo chef Federico Aureli:
Trita trita lo scalogno
così gustoso che sembra un sogno
poi fallo stufare in padella
quella che piace tanto a Nugabella
aggiungi un filo di olio Evo e un
cucchiaio di brodo e poi cuoci
a fuoco lento
canta pure io ti sento!
Quando poi è trasparente aggiungi le zucchine
che avrai prima tagliato a fettine
e quattro foglie di basilico tritato
verde verde e profumato.
Quando tutto sarà cotto e morbidino
passalo con il miniper o il frullino
fino a che non sia diventato
come una crema
o un frullato.
Versa poi in un piatto e fai una cosa divertente
con la crema di zucchine fai dei disegni tondi e in tondo
e poi con il tuo bimbo gioca a girotondo
Infine scola i fusilli lungi e tanto attorcigliati
che in un recipiente verranno appoggiati
e poi mescola la crema di burrata con i fusilli,
un filo d'olio , il basilico e la crema di zucchine
per un piatto delizioso e nutriente
pieno di prezioso verdurine
che piace
tanto a bambini e a bambine!
Buon appetito!
Ingredienti:
320 g fusilli lunghi
2 zucchine
250 gr burrata
8 foglie di basilico
1 scalogno
1 litro di brodo vegetale
Olio
Sale
Da leggere anche:
Immagine da: Giginzucchina e i cavoli a merenda-Carthusia Editore- Collana Gusto in tasca
UN PETALO GUSTOSO:CREMA DI ZUCCA CON CIPOLLE DI TROPEA
Giocando insieme si cucina meglio! L'ha realizzata per noi lo chef Federico Aureli:
Trita trita lo scalogno
così gustoso che sembra un sogno
poi fallo stufare in padella
quella che piace tanto a Nugabella
aggiungi un filo di olio Evo e un
cucchiaio di brodo e poi cuoci
a fuoco lento
canta pure io ti sento!
Quando poi è trasparente aggiungi le zucchine
che avrai prima tagliato a fettine
e quattro foglie di basilico tritato
verde verde e profumato.
Quando tutto sarà cotto e morbidino
passalo con il miniper o il frullino
fino a che non sia diventato
come una crema
o un frullato.
Versa poi in un piatto e fai una cosa divertente
con la crema di zucchine fai dei disegni tondi e in tondo
e poi con il tuo bimbo gioca a girotondo
Infine scola i fusilli lungi e tanto attorcigliati
che in un recipiente verranno appoggiati
e poi mescola la crema di burrata con i fusilli,
un filo d'olio , il basilico e la crema di zucchine
per un piatto delizioso e nutriente
pieno di prezioso verdurine
che piace
tanto a bambini e a bambine!
Buon appetito!
Ingredienti:
320 g fusilli lunghi
2 zucchine
250 gr burrata
8 foglie di basilico
1 scalogno
1 litro di brodo vegetale
Olio
Sale
Da leggere anche:
Immagine da: Giginzucchina e i cavoli a merenda-Carthusia Editore- Collana Gusto in tasca
UN PETALO GUSTOSO:CREMA DI ZUCCA CON CIPOLLE DI TROPEA
martedì 24 giugno 2014
UN PETALO AUSTRALIANO CON BRUNETTO L'ORSETTO
Una fiaba estiva, care mamme per i vostri bambini....e con finale a sorpresa!Eccola:
C’era una volta Brunetto,un orsetto molto simpatico,tondino e golosetto.Un giorno,durante uno dei suoi soliti piacevoli sonnellini all’ombra di un grande platano,Brunetto venne colpito in piena fronte da uno strano oggetto,identificato poi come il cosiddetto “boomerang” australiano.
“ Oibò,cosa succede,cos’è questa
cosa?” si chiese costernato e un po’ dolorante l’orsetto.
Ma mentre raccoglieva lo strano e pesante arnese che sembrava una x a metà,arrivò con la velocità del fulmine
mamma canguro con il suo cangurino nel marsupio.
“Hoimemì,hoimemì,cosa facciamo
adesso?Te l’avevo detto Ughetto di non giocare con il boomerang”- esclamò mamma
canguro rivolta al suo piccolo “non si sa mai cosa può accadere ! Non è come quando tiri un sasso e poi nascondi la mano,nessuno ti vede e puoi far
finta di niente,quando lo lanci prima o poi ritorna sempre indietro, e devi
stare ben attento quando lo ricevi
perchè l’atterraggio può non
essere sempre dei migliori……Succede un pò così anche nella vita,attenzione
Ughetto a quel che tiri e come tiri!”
“Boomerang,sassi…io non ci
capisco più niente” affermò sconsolato Brunetto che intanto incominciava a
sentirsi crescere un bel bernoccolino sulla testa .
“ Mi scusi di quanto è successo
signor orsetto; mi presento sono mamma canguro e questo è Ughetto il mio
figlioletto un po’ distratto che ha tirato malamente il boomerang.Veniamo
dall’Australia, la grande terra selvaggia e piena di misteri e di ricchezze.
Siamo qui in vacanza con la famiglia,volevamo
conoscere l’altra parte del
mondo; ma il nostro viaggio è quasi concluso,fra qualche giorno torniamo a
casa”
“Posso venire con voi?” –chiese
allora l’orsetto che aveva un animo curioso e un po’ avventuriero ed era un pò
stanco della vita di sempre.
Qualche giorno dopo si imbarcò
sulla nave con la famiglia dei canguri e dopo un mese di navigazione finalmente
arrivò in Australia. Era una terra
veramente da favola!
L’orsetto allora,un po’ stanco e
molto accaldato,si tuffò nelle acque fresche e invitanti.Fu lì che si accorse
di uno strano bagliore che proveniva da una piccola grotta sul fondo.
Risalì in superficie e,orsetto
ingegnoso!,si costruì un piccolo
scalpello per poter scavare nella roccia e raccogliere il metallo prezioso.
Dopo numerose immersioni aveva
raccolto un bel mucchietto d’oro e diamanti.Ormai era ricco!
Brunetto capì che era meglio non
insistere e tutto contento ripartì con il suo pesante e prezioso bottino……….
Come finì la sua avventura?
C’era una volta Brunetto,un orsetto molto simpatico,tondino e golosetto.Un giorno,durante uno dei suoi soliti piacevoli sonnellini all’ombra di un grande platano,Brunetto venne colpito in piena fronte da uno strano oggetto,identificato poi come il cosiddetto “boomerang” australiano.
“Sarai il benvenuto e forse
potrai scusarci per quel boomerang che ti è arrivato in testa!” rispose mamma
canguro.
“Chissà forse era scritto nel mio
destino che avrei fatto questo viaggio,non tutti i mali vengono per
nuocere!”concluse Brunetto con una certa saggezza.
Lì conobbe i cugini koala,che
sembravano piccoli orsi con il naso ricurvo,e poi i temibili coccodrilli,i
canguri ballerini e degli strani uomini con il naso schiacciato e la pelle
piena di strani disegni, che cacciavano gli animali colpendoli proprio con il
boomerang,e ballavano la sera alla luce della luna.Erano gli aborigeni,i primi
abitanti dell’Australia!
Per un po’ fece compagnia ai suoi
nuovi simpatici amici, poi decise di
andare all’avventura da solo.Aveva sentito parlare di una montagna che tutti
cercavano, piena di oro e di diamanti,ma fino ad allora nessuno era riuscito a
scoprirla.
“Che sia solamente una leggenda
per turisti?” si chiedeva spesso fra sé e sé l’orsetto,che tuttavia essendo
ostinato e deciso continuava a cercarla senza sosta.
Finchè un giorno si posò vicino a
lui una grande e bellissima farfalla
dalle ali color dell’oro,e Brunetto,che da sempre amava rincorrere le farfalle,la seguì.Percorse intere
vallate,attraversò torrenti e fiumi attirato dalla magica farfalla finchè
arrivò ad un lago anch’esso tutto dorato,dove volavano migliaia di bellissime
farfalle gialle!
Incuriosito vi entrò e la
percorse tutta arrivando ad una piccola spiaggia ai piedi di una montagna tutta
d’oro e di diamanti.
L’aveva trovata!
“Ecco perché nessuno l’aveva
ancora vista”-pensò fra sé Brunetto” era sommersa nell’acqua profondissima del
lago!”
“Ora
basta,non essere troppo goloso”-sentì mormorare le farfalle,che erano le
custodi della montagna incantata “sei stato fortunato,non chiedere di più alla
stella che ti protegge e soprattutto non svelare mai questo segreto!”
Brunetto,con il ricavato dell’oro e diamanti,aprì un
villaggio turistico per ricchi orsetti in una nota stazione balneare
australiana e visse in vacanza per tutta la sua vita!
Brunetto,ormai ricco e senza pensieri,incontrò una dolce
Koala dagli occhi a mandorla,fecero tanti piccolini in una grande fattoria
piena di canguri,e vissero per sempre felici e contenti!
Brunetto,ormai
ricco,ritornò nella sua terra dove aprì una catena di ristoranti famosi per i dolci
al miele a forma di boomerang !!!
Scegli
tu il finale che preferisci!!"
mercoledì 18 giugno 2014
UNA GIRANDOLA ROSSA PER UNA GIORNATA DI LUCE
Una fiaba per allontanare i mostri del nostro animo...quando abbiamo paura di qualche cosa pensiamo a Matteo e alla sua girandola...
Leggiamo insieme:
“Come gira la
girandola,come gira la girandola”
pensava tra sé e sé Matteo un bel bimbo dai capelli castano ramati;e dico pensava perché Matteo non parlava
ancora, aveva solo sei mesi!Ma pensava,pensava e rideva come rideva!
Rideva al
sorriso della mamma,al sole al mattino,al vento che faceva girare i grossi
petali colorati della girandola.Questa aveva un fascino particolare per
Matteo:la guardava per ore quasi ipnotizzato.
La mamma
aveva allora riempito di girandole il grande terrazzo pieno di sole affacciato
sul mare e il bambino amava osservare il turbinio dei loro colori che si
fondeva con l’azzurro del cielo e delle onde….
Finchè un
giorno gli sembrò di girare anche lui al vento, tutto il suo mondo diventò un
arcobaleno di luce e per incanto si trovò trasportato fin su nelle nuvole
,aggrappato ad una enorme girandola rossa.
“Ma come mai
mi trovo quassù?” si chiedeva meravigliato…
Mentre
voleggiava attraversando mari e monti
con le rondini e i gabbiani che gli facevano l’occhiolino e lo accompagnavano
nel suo volo fatato,improvvisamente vide in lontananza un draghetto rosso che
sputava fuoco e fiamme!
“Bimbo,bimbo,hai
visto passare il mio nemico mortale il Cavaliere Errante?”chiese il
Draghetto,che si chiamava Fuochetto..
E Matteo che
capiva ma non sapeva ancora parlare,prima lo guardò meravigliato,e poi gli fece
un magnifico sorriso.
“Hei
bimbo,dico a te hai visto passare un grande cavaliere con il mantello nero e
gli stivali più veloci del mondo?”insistette Fuochetto.
Questa volta
Matteo,che lo trovava simpatico e un po’ buffo gli mandò un bacino e gli fece
ciao,ciao con la manina.
Il Draghetto
questa volta rimase un pò interdetto e quasi offeso chiese”Non ti
faccio paura,io,che sono il terrore dei cieli e della terra intera?Insomma un
po’ di rispetto per noi creature della guerra e del terrore!”disse con un gran
vocione sputando fiamme e lapilli!…Ma in fondo
in fondo sapeva che era tutta una
recita,non ci credeva
tanto neanche lui.Infatti il bimbo,che nel suo candore e stupore,vedeva le cose
nella loro vera essenza,continuava a sorridergli.
“Se questa è
la paura che incuto,temo che sia meglio andare in pensione!”si disse sconsolato
il Draghetto.E a questo punto il bambino,vedendo la tristezza nei suoi occhi
gli tese la mano e lo accarezzò.Nessuno lo aveva mai fatto!
Ovviamente ne
fu intenerito,sotto la sua spessa corazza aveva anche lui un cuore!
Talvolta un
piccolo gesto di affetto e gentilezza fa nascere un fiore nella roccia!
Decise quindi
di rinunciare all’inseguimento del Cavaliere Errante e di tornare nella sua
grotta in cima alla Montagna Infuocata a giocare a ramino con i draghetti suoi
nipotini.
“Ciao,ciao”lo
salutò con la manina Matteo
sorridendogli ancora……….
E fu con un
sorriso che il bimbo si risvegliò dal suo lungo viaggio nella
fantasia,circondato da girandole di tutti i colori che gli avevano sussurrato
questa speciale ninna nanna,nel grande terrazzo innondato di sole.
Ciao
Matteo,al prossimo sogno in compagnia della girandola rossa!"
Da leggere anche:
mercoledì 11 giugno 2014
GIARDINI SOGNI E MAGIA
Ecco una fiaba scritta per un'associazione di Pisa che scopriva le meraviglie dei giardini privati pisani...Buona lettura...
Era una sera d’inizio estate che sembrava quasi
avvolgere con il suo calore l’intera città di Pisa,come un mantello invisibile.
La luce dorata del tramonto scivolava lieve dall’alto di una antica torre di
pietra e s’infilava un po’ birichina a illuminare con gli ultimi raggi un
giardino profumato e segreto.Al suo interno,pieno di limoni, aranci e mimose si
sentivano però delle voci che discutevano molto vivacemente.
“Eh,no,no questa volta non
entreranno,non glielo permetteremo!”così diceva Martinello,lo
spiritello-guardiano del quartiere San Martino.Mentre parlava con foga i suoi verdi baffoni si agitavano e gli occhietti vispi
sembravano lanciare fulmini e saette!Era veramente arrabbiato.
“Calmati, calmati,non
prendertela così,troveremo una soluzione”rispondevano gli altri cugini,
spiritelli dei giardini pisani,intorno a
lui…
Ma cosa stava succedendo di
così grave in quel piccolo angolo di paradiso? Negli ultimi anni i giardini più
nascosti della città erano stati aperti a grandi e bambini e una folla
colorata e un po’esuberante aveva invaso
quegli spazi freschi e profumati rimasti sconosciuti per molto tempo.Questo
però aveva turbato la quiete degli spiritelli dei giardini,strani tesserini piccoli piccoli e verdi verdi, che li custodivano come fossero dei
tesori preziosi.E questa volta avevano deciso di non fare entrare nessuno.Erano
gelosi della loro pace e delle bellezze che avevano il compito di proteggere.
“Faremo lo sciopero di orti e
giardini”continuò Martinello “Non entreranno,non ci invaderanno!”
Detto fatto!.Non appena i
visitatori provarono e mettere piede nel primo bellissimo giardino le siepi si
chiusero diventando un unico rovo appuntito, i fiori lanciarono piccoli
proiettili di polline che fecero starnutire ogni persona e una miriade di apine
dorate incominciarono a punzecchiare chiunque si avvicinava. Persino i
gabbiani dell’Arno arrivarono in picchiata per spaventare i poveri visitatori.Insomma
stava succedendo veramente il finimondo!!
Fu a questo punto che,come
spesso succede nelle favole,arrivò in aiuto Vaniglina,la fatina delle cose
dolci.”Uhm,come sempre devo intervenire
per calmare gli animi un po’ agitati”pensò guardandosi intorno.Per prima
cosa bloccò il tempo con un tocco di bacchetta magica.Ogni cosa si fermò,niente
si muoveva più.”E ora basterà che ognuno mangi un magico “confetto
tenerezza”per tornare alla serenità”aggiunse agitando di nuovo la bacchetta
fatata.Ed ecco arrivare dal cielo tanti bei confettini colorati che
incominciarono a saltellare dappertutto infilandosi nelle bocche dei
presenti,spiritelli compresi.E magia delle magie,il sorriso e l’allegria
ritornarono all’improvviso.
Le siepi si riaprirono e
grandi e bambini poterono finalmente entrare nel giardino incantato accolti dal
profumo dei fiori e dal ronzio delle apine,ormai pacifiche.Tutto era tornato
alla tranquillità.
“Fatina,fatina,non andare
via.Quando ti rivedrò?”chiese allora una bimba paffuta che l’aveva vista mentre
a poco a poco si allontanava nell’azzurro.
“Chissà,forse prima di quanto
tu creda”rispose in un soffio Vaniglina mentre scompariva lasciando dietro di sé un aroma delicato.E nell’ultima sera di
giugno illuminata da mille stelle,nel piccolo teatro di un rigoglioso giardino,
pieno di bimbi e di colori apparve all’improvviso un grande cesto colmo di
palloncini bianchi e rossi.Era un regalo della fatina per la pace
ritrovata.”Riempiteli dei vostri desideri e voleranno sempre più in alto” si
sentì mormorare con dolcezza da Vaniglina.La notte si colorò così di sogni, profumi
e di magia……………
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martedì 27 maggio 2014
I FIORI MAGICI DELL'AMORE E DELLA CREATIVITA'
La creatività e le idee possono diventare parte di progetti sociali e e di condivisione di emozioni, uscendo dal confine dell'opera,del quadro, del libro, della musica. Possono viaggiare nella rete dei social, diventare il colore vivace nell'arcobaleno di gente, e creare un filo sottile con i cuori e le anime che la affollano.
Mi sta piacendo molto questa esperienza di crowdfunding che sto facendo con il mio team di Omero,l'osso del mistero; apre alla condivisione, alla solidarietà, all'amore.
Si percorre una nuova via, quella del sorriso e della partecipazione, a cui forse non eravamo più abituati.
Ma si crea veramente una sorta di magia che unisce.Piano piano. Con la lentezza che porta alla consapevolezza .
E' vero i tempi sono duri, aspri.
Proprio per questo c'è bisogno di una carezza sull'anima, di dolcezza, di ridere, di giocare, di una mano nella mano.Bisogna stare uniti e credere di nuovo che tutti insieme possiamo farcela a uscire da questa crisi economica ma soprattutto di valori, che coinvolge il mondo occidentale.Forse questa è una opportunità per riscoprire gli affetti, l'amicizia, la generosità, la solidarietà, il calore.Non sono solo parole che galleggiano nell'aria. Sono fiori profumati che se riescono a crescere nella nostra vita donano un'aroma intenso e avvolgente che ci riempie e ci illumina.
Facciamoli crescere questi fiori, c'è solamente bisogno di innaffiarli con amore.
Mi sta piacendo molto questa esperienza di crowdfunding che sto facendo con il mio team di Omero,l'osso del mistero; apre alla condivisione, alla solidarietà, all'amore.
Si percorre una nuova via, quella del sorriso e della partecipazione, a cui forse non eravamo più abituati.
Ma si crea veramente una sorta di magia che unisce.Piano piano. Con la lentezza che porta alla consapevolezza .
E' vero i tempi sono duri, aspri.
Proprio per questo c'è bisogno di una carezza sull'anima, di dolcezza, di ridere, di giocare, di una mano nella mano.Bisogna stare uniti e credere di nuovo che tutti insieme possiamo farcela a uscire da questa crisi economica ma soprattutto di valori, che coinvolge il mondo occidentale.Forse questa è una opportunità per riscoprire gli affetti, l'amicizia, la generosità, la solidarietà, il calore.Non sono solo parole che galleggiano nell'aria. Sono fiori profumati che se riescono a crescere nella nostra vita donano un'aroma intenso e avvolgente che ci riempie e ci illumina.
Facciamoli crescere questi fiori, c'è solamente bisogno di innaffiarli con amore.
sabato 17 maggio 2014
SALUTE IN SPALLA : UN LIBRO PER TUTTA LA FAMIGLIA
Come
farsi ascoltare però dai più piccoli? Le mamme e le insegnanti, mie
pazienti, mi dicono spesso che non
sempre vengono ascoltate dai loro figli.
Bisognava
trovare il ponte di comunicazione per sintonizzarsi con loro. La risposta è
stata la “narrazione”. Il linguaggio della fiaba costituisce il percorso
narrativo che apre le frontiere
all’immaginario dei bambini con un messaggio universale che crea
conoscenza ed empatia, che può educare divertendo.
Ecco
il motivo per cui ho chiesto a Chiara Patarino, autrice di libri per l’infanzia,
di inventare e scrivere un racconto in cui i personaggi fossero proprio delle
ossa in modo da produrre un effetto
simpatia. Volevamo fare qualcosa di utile per i bimbi.
“Un osso per amico “, per traghettare i
bambini in questo mondo sconosciuto e per incominciare a sviluppare una vera e
propria relazione anche se fantastica
fra i bambini e i personaggi del libro.
Così
dalla fantasia di Chiara è nato Omero, l’osso della spalla sincero e
appassionato di mistero e gli amici del paese di Ossicelli, reso colorato e
divertente dai bei disegni di Moai
Studio.
Nel
libro c’è una sostanziosa parte divulgativa con i miei consigli per ragazzi e
genitori per prendersi cura delle loro ossa e del loro benessere e prendersi quindi
la “ salute in spalla.”
Ma
come realizzare il libro? Vogliamo far partecipare i genitori, le
associazioni, le scuole, gli specialisti e tutti quelli che hanno a cuore la
cura delle ossa per una buona crescita personale. Ci piace pensare che questo
sia il primo progetto portato a termine insieme a chi poi lo utilizzerà ogni
giorno per migliorare la vita di un'altra persona. Un figlio, un paziente, un
alunno e, perchè no, un giovane sportivo.
Ecco perchè
abbiamo scelto la formula del crowdfunding per realizzare il libro, stamparlo e
promuoverlo , portarlo nelle scuole, associazioni.
Un libro che sia parte di
tutti noi, come le ossa che ci sostengono per tutta la vita.
a cura di Dott. Luigi Grosso
Clicca qui per
andare sulla pagina di Omero, l’osso del mistero
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