lunedì 31 marzo 2014

UN PETALO RUBINO PER UN AMORE MORBIDO COME UN GOLFINO



UN AMORE RUBINO 
Chiudiamo gli occhi e lentamente immergiamoci in un mondo di colore..Di quale sfumatura può essere l'amore? Rosa, rosso, azzurro come il profondo del mare, verde come una foglia al vento?Avete mai vissuto un amore rosso rubino? 
Ascoltiamo la storia di Agata:
"Ogni cuore avrebbe bisogno di un golfino caldo e morbido.Buffa l’immagine di un cuore con il golfino, tutta al femminile ma rende l’idea, è calzante….” Agata rifletteva.Questa volta era veramente innamorata.Per la prima volta forse in maniera così intensa, fino all’anima.Ora il sentimento era profondo e avvolgente.Era entrato nel cuore con un tono rosso rubino, dove la passione non si esprimeva semplicemente nell’attrazione fisica, rosso fuoco, ma entrava ancora più interiormente, scorreva dentro di lei con una tonalità più intensa, carica di colore vermiglio, rubino appunto.Era successo tutto a poco a poco, senza che lei se ne accorgese, come se avesse semplicemente lasciato socchiusa la porta del cuore, rimanendo poi sommersa da un’ondata di emozioni che l’avevano stupita, quasi turbata all’inizio. Aveva una natura appassionata e romantica, un istinto sottile da cui si lasciva guidare nelle scelte più importanti, rideva spesso, era socievole, quasi festosa. C’era però in lei un angolo celato, nascosto accuratamente dagli sguardi indiscreti, uno scrigno riservato di pensieri ed emozioni che aveva sempre protetto con cura. Però lui era riuscito ad entrarvi senza forzare, sembrava anzi che stesse ad aspettarla sornione, con un sorriso ironico stampato sul viso…..Che fare ora che aveva l’impressione che lui le leggesse nel pensiero? ” (da Nodi e misteri di Chiara Patarino.)
Si narra che quando due anime gemelle si incontrano non si conoscono ma si riconoscono...


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venerdì 28 marzo 2014

UN PETALO BIANCO :LA RAGAZZA CON L'ORECCHINO DI PERLA A BOLOGNA

VERMEER
Un viso senza tempo. Semplicità, bellezza, candore.Un petalo bianco, oggi . Occhi che raccontano lo stupore della gioventù in un mondo senza luogo, universale, occhi che si perdono nella magia del sogno. Donna reale o della fantasia? La ragazza con l'orecchino di perla   di Jan Vermeer ammalia, quasi ipnotizza. Questo, per lo meno è stato l'effetto che ha fatto su di me. Ancora di più della celebre Gioconda.  Appare moderna, puoi pensare di incontrarla per le vie della città, con quel turbante indossato come un vezzo e che richiama l'incanto e il profumo sensuali di paesi lontani. Avevo già letto il libro e visto il film, mi mancava l'originale. Quel sorriso appena accennato sulle labbra di rugiada me lo porto ormai nel cuore. E pensare che Vermeer l'aveva venduto per due spiccioli,veramente per un pezzo di pane  per sfamare la sua numerosissima famiglia.Il mio consiglio? Visitate la mostra dei pittori fiamminghi, d Vermeer a Rembrandt,  a Bologna a Plaza Fava, che peraltro è appena stato ristrutturato ed è magnifico con gli affreschi e i cassettoni del soffitto. Vale il viaggio e il biglietto.

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lunedì 24 marzo 2014

GERMOGLI DI PACE:UN PETALO DI FRATELLANZA PER PARLARE AI BAMBINI

FIORE NEL DEERTO
Oggi un petalo di storie   per parlare ai bambini di pace e solidarietà. Che ne pensate? Ne parlate con i vostri bambini? Ecco la fiaba:
Sembrava una sera come tante Il sole stava tramontando e un ultimo bagliore di luce illuminava ancora l’azzurro del mare.In apparenza era tutto tranquillo.Ma entriamo un attimo nella casa di una famiglia : la televisione  era accesa.Stava trasmettendo qualche cosa,  si vedeva l’oscurità della notte,rischiarata da lampi e tuoni che si alternavano con crescente regolarità e mille puntini luminosi disegnavano il cielo quasi come fosse polvere di stelle.Queste  immagini,apparse improvvisamente sullo schermo, attirarono l’attenzione dei bambini di casa.Cosa stava succedendo? Si trattava  forse di  uno strano temporale intergalattico?,incominciarono a chiedersi.
“ Ho paura dei temporali”. Due lacrimucce incominciarono ad apparire sulle guancie di Paolino,il più piccolo.
“Ma no,non piangere è un nuovo videogioco,vedi c’è anche un missile e guarda, guarda là carri armati e aerei che volano sulle città” cercò di tranquillizzarlo Maria,la sorella più grande. Sicuramente era solo un gioco. O forse no? Sembrava tutto così reale, così spaventosamente vero….
La ragazzina incominciò a sentire una fitta di paura sempre più intensa mentre le immagini procedevano a scorrere implacabili sullo schermo.Rumore assordante di bombardamenti, grida, saette di fuoco sui palazzi. E poi mille bandiere colorate di pace dai paesi di tutto il mondo. D’improvviso apparve  un primo piano della piazza principale della sua città.Gremita di folla.Stavano tutti protestando contro qualche cosa.E anche qui sventolavano bandiere arcobaleno. Con la parola “pace” disegnata a grandi lettere.E poi tante bandiere tricolori, bandiere nostre, italiane, C’erano anche tanti bambini accompagnati dai genitori.
Osservando bene le sembrava di scorgere  qualche faccia conosciuta…   No, quello che stava vedendo non era né un film nè un nuovo videogioco.Era la guerra,era la realtà di oggi. Distante nello spazio ma vicina a tutti. Capì quindi che era tutto vero e subito  pensieri neri e opprimenti si insinuarono nella sua testa.
“ Arriverà anche qui da noi? Ci saranno tanti morti?” Morti veri,non come nei telefilm alla TV. E ancora:
“ E cosa ne sarà dei bambini laggiù? Perderanno i loro genitori?Le loro case? Come faranno ?”
Ormai la paura cresceva sempre di più dentro di lei e guardava la televisione con occhioni carichi d’ansia.Che fare? In casa,in quel momento, non c’erano ancora mamma e papà ... 
Ecco però arrivare il nonno, quasi come un miraggio. C’era calore in lui, pazienza e saggezza.I due bambini,confusi e spaventati ne avevano tanto bisogno. Si accoccolarono vicino  cercando il conforto di una carezza e di una parola gentile. E poi il nonno la guerra l’aveva vissuta davvero tanti anni prima.
"E’come una bufera che spazza tutto via, lascia solo un deserto, di cose e di emozioni. E’ un inverno buio, freddo e tempestoso ” raccontò il nonno con tristezza tangibile. Ma non voleva immalinconire troppo i suoi nipoti.
” Prima o poi però arriva la primavera,con il suo tepore e con i germogli nuovi. Ecco quello che possiamo fare ora bambini,aiutare a far crescere i nuovi prossimi germogli..”.
“ Vuoi dire che dobbiamo piantare tanti piccoli alberelli?” chiese curioso Paolino. Si vedeva già in giardino con zappetta e innaffiatoio.
Scoppiarono a ridere. Fortunatamente il piccolo con la sua innocenza e simpatia riusciva a sdrammatizzare anche le situazioni più difficili. 
“ Il nonno parlava di germogli di pace” rispose la sorella.” Bisogna aiutare la pace a germogliare nei nostri cuori. Anzi sai cosa facciamo? Cerchiamo di aiutare i piccini che vivono nei paesi dove c’è la guerra,facciamo sentire loro che non sono soli. ”
“ E come?” domandò Paolino “ siamo solo bambini….”
“Per esempio possiamo inviare ai nostri fratellini lontani e sfortunati delle lettere con i nostri pensieri, con i nostri disegni insieme agli altri compagni di classe. E poi magari possiamo creare qualche cosa con le mani, da inviare. Sarà un messaggio di pace dei bambini..
Così ci sentiremo tutti più vicini. Parliamone domani a scuola”.
Il nonno sorrise. L’ansia per la notizia della guerra si era un pò attenuata. Per il momento. E si stava già costruendo qualche cosa nei loro cuori. Qualcosa di importante, che li avrebbe accompagnati sempre nella vita: senso di fratellanza,comprensione, partecipazione, solidarietà. Germogli di pace. Si combatte nel deserto ma bisogna combattere il deserto delle emozioni....

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AVETE FATTO IL RISOTTO E VE NE E' RIMASTO UN QUARANTOTTO?

Quante volte ci ritroviamo a pranzo o cena con poco tempo e tanti avanzi del giorno prima! Ecco una ricetta semplice e gustosa, utile anche per il risparmio alimentare. Ricordiamo sempre di ricliclare gli avanzi quando possibile, un vantaggio per l'economia familiare e l'ambiente...

Se dopo aver fatto il risotto
ve ne è rimasto un quarantotto
ecco una ricetta semplice e leggera
che va bene in primavera
Unite al riso una manciata di parmigiano
tre uova, un pizzico di curry e zafferano
salate e pepate
e in padella preparate
questa frittata di riso
che risate!
Mi raccomando fatela croccante
e quasi bruciacchiata
e vi accorgerete che una cosa così buona
non ne avrete mai mangiata !!!!!

E' ora di pranzo...Buon appetito.

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domenica 23 marzo 2014

UNA COCCOLA DOMENICALE:UN PETALO DI POESIA

TINO IL CIOCCOLATINO
Ci facciamo mai una coccola? Una canzone, una poesia, un libro, un film, un gelato....E' domenica, ecco una coccola per voi con una poesia d'amore...

Una pagina d’amore
E’ scritta nel mio cuore
Con inchiostro indelebile
Con l’incanto e la magia
che annodano due anime
in questa speciale alchimia....

Coccoliamoci, rilassiamoci e soprattutto amiamoci...Buona domenica amici!

venerdì 21 marzo 2014

VENTO SMETTILA DI SCUOTERMI: UN PETALO DI PRIMAVERA

PETALI DI PRIMAVERA
Scrivere per bambini ti permette di aprire la finestra sul loro mondo e di guardare gli avvenimenti dal loro punto di vista. Certe volte si riscopre un angolo di arcobaleno che credevamo perduto dentro noi....Oggi, un petalo di primavera. Questa è una fiaba scritta tempo fa per il bambino di un'amica, che in quel periodo della sua giovinezza, si sentiva un pò sradicato...Chissà se la riconosce!Eccola:
Le ciliegie erano lì sull’albero: rosse e succose. Il buon Ghigaccio le guardava con golosità,dovevano essere buonissime e chissà che marmellata avrebbe fatta la mamma!
“Le farò una sorpresa”disse fra sé e sé il bimbo”ne raccoglierò un bel cestino e gliele porterò in regalo”.Tutto soddisfatto incominciò ad arrampicarsi sull’albero ma più saliva più le ciliegine sembravano lontane e mentre dondolavano alla brezza estiva parevano sussurrare con una certa aria di sfida “prendici,prendici,mangiaci,mangiaci!”.
E Ghigo saliva saliva…..Ma all’improvviso il dolce venticello che allietava il pomeriggio d’estate incominciò a trasformarsi in un  soffio impetuoso.Il ciliegio oscillava e il bambino,che si era ormai arrampicato quasi fino alla sua cima si trovò in una situazione piuttosto difficile,non riusciva più né a scendere né a salire!
“Vento,vento smettila  di scuotermi!”incominciò  a gridare; ma ovviamente non succedeva niente. 
 “E’ sempre così”pensò con una certa amarezza mentre si stringeva al tronco. 
“Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!Ogni volta che tento un’impresa,anche la più semplice,c’è sempre qualche inconveniente!Ci tenevo così tanto a fare un bel pensiero alla mamma!”
“Non rinunciare,non rinunciare,continua,continua” gli mormorò vicino una vocina.
Ghigo guardò in alto verso i frutti appetitosi,oggetto dei suoi desideri e delle sua fatiche e vide con stupore un rosso folletto,a cavalcioni di un ramo che lo guardava ridendo.
“Sono Ceresello,lo spiritello del ciliegio è un po’ che osservo i tuoi sforzi, mi hai fatto simpatia e tenerezza,sei un bimbo tenace e sensibile”disse l’omino.
“Oh!!…”esclamò colpito Ghigaccio e poi,pensandoci un po’ su “gentile folletto del bosco,puoi aiutarmi a scendere? Ho paura che questo vento impetuoso faccia cadere l’albero a cui sono aggrappato.Aiutami!”supplicò ancora.
“Certamente ti aiuterò,però il tuo è un timore immotivato:questo albero ha radici solide e profonde e non basta certo un po’ di vento per abbatterlo!”
“Chissà forse ti piacerebbe fare un giro sullo scivolo verde della linfa del ciliegio che ci  porterà fino alle sue radici,così potrai vedere di persona quello di cui parlo”.
E un, due tre oplà,ridusse il bambino fino a farlo diventare piccolo piccolo e insieme percorsero con velocità l’albero da cima a fondo. Ghigo capì finalmente come fosse saldo il legame fra la pianta e la terra e pensò che forse lo scherzoso Ceresello voleva impartirgli una lezione ben più importante.
“Anche tu sei come un giovane albero,verde e sottile, pieno di boccioli che diventeranno frutti maturi,hai radici ancora piccole e in superfice, ma col tempo gli affetti,l’esperienza,le emozioni  daranno loro spessore e  profondità e il vento della vita potrà solo scuoterti ma non abbatterti!” disse infatti lo spiritello con una certa gravità.
“Ma ora su,ritorniamo in cima alla pianta e buona fortuna per la tua raccolta di frutta!”
Nel frattempo,come per incanto la tempesta era cessata e il bimbo potè finalmente fare una scorta di ciliegie per tutta l’estate.Ma da allora, ogni volta che guardava il ciliegio oscillare al vento,pensava che chissà,anche dentro di lui i legami con la terra e con la vita diventavano più forti e saldi. E intanto la mamma gli sorrideva con amore…. 

Fatemi sapere mamme e papà, cosa ne pensano di queste fiabe i vostri bambini...aspetto vostre idee, opinioni,suggerimenti...Petali di primavera.

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mercoledì 19 marzo 2014

PER ME L'AMORE E' TAPPETO VOLANTE:UN PETALO LEGGERO COME UNA PIUMA

TAPPETO VOLANTE
Per me l'amore è come
un tappeto volante intessuto di incanto e magia
i nodi sciolti e risolti lo rendono leggero
la dolcezza e le tenerezze donano calore e morbidezza
i sorrisi e i sogni lo fanno volare.....

E per voi che cosa è l'amore?Aspetto le vostre risposte.....

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martedì 18 marzo 2014

GIOCARE AL FORNELLO FA BENE AL CUORE E CERVELLO: JUNIOR MASTERCHEF

GUSTO IN TASCA
Giocare al fornello fa bene al cervello: è proprio il caso di Junior Masterchef .L'edizione italiana è appena partita e ha già ottenuto dal pubblico risposte entusiaste. Sì, entusiaste è la parola giusta. Perchè vedere dei bambini dagli otto, pensate a Lavinia, la bimba dalle treccine che richiama un pò Pippi Calzelunghe,  ai tredici anni muoversi con passione, talento e fantasia in cucina sfornando delizie e impiattando come chef stellati, è divertente ed emozionante. Sarà perchè sono sensibile all'argomento, amo cucinare e   la maggior parte dei miei libri ha per protagonisti degli alimenti, ma i piccoli cuochi di Junior Masterchef mi sono piaciuti moltissimo. Cucinare può essere un'arte, è un linguaggio universale, un modo di comunicare  e comunicarsi, che unisce popoli diversi, e specialmente,  è un atto d'amore. Promuovere, anche attraverso uno spettacolo televisivo e una competizione,l'attitudine  e la creatività in cucina è senza dubbio positivo.Così la penso.
E poi chi di noi è capace di preparare piatti cosi gustosi e raffinati?Filetti di cervo? Ravioli al branzino? E i nomi dei piatti? Emozioni d'autunno, abbracci di rose...Una poesia. Un'ondata di profumi che avvolge i sensi ed è condivisibile. Le ricette sono on line e possiamo divertirci a replicarle e ad assaggiare. Gli stessi chef  sono rimasti sorpresi e in alcune occasioni mi sono sembrati anche coinvolti dall'amore e dall'entusiamo che i piccoli hanno dimostrato nelle loro creazioni culinarie. Continuate così bambini, giocare al fornello fa proprio bene al cuore e al cervello!

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venerdì 14 marzo 2014

C' ERA UNA VOLTA BLUETTA...UNA STORIA DI SCARPE PER RIDERE UN PO'

C’era una volta Bluetta,un’affascinante scarpetta blu,che dall’alto dei suoi tacchi ballava spesso il tip-tap con le altre amiche della scarpiera magica.Era una scarpa un pò speciale, apparteneva infatti alla confraternita delle Scarpe delle fate”. Ma perché, direte voi, le fate indossano scarpe particolari? Eh sì,certo che sì. Per ogni incantesimo, per ogni magia c’è la scarpa giusta.Un polacchino ad esempio,non può essere certo utilizzato per un filtro d’amore.Troppo rigido, affettato, manca di  fantasia e passione..Bluetta era la scarpa preferita dalla fata Turchina. A quanti balli a quante feste di Re,principi e principesse aveva partecipato! Addirittura il Principe Azzurro si era ispirato a lei per la forma della scarpa di vetro che avrebbe calzato la dolce e bella Cenerentola ..  
E poi aveva un paio di amici,fratelli gemelli,che la divertivano molto.Erano un bel paio di stivali di pelle lucida,gli stessi indossati dal veloce Gatto degli stivali,e insieme facevano certe corse….
Un’altra amica di Bluetta era Martina,la scarpa preferita della Fata Ballerina.Era la fata che accompagnava in giro per il mondo le più promettenti bimbe in tutù e calza maglia,proteggendole dagli agguati del temibile stregone Inciampone,quello che, proprio come dice il nome,fa inciampare e cadere le piccole ballerine.
 Ma ecco un giorno arrivare di corsa la fata Turchina,un po’ trafelata:
”Presto,presto Bluetta preparati dobbiamo scappare”
Un,due tre ecco la scarpetta calzare con la sorella gemella i piedi della fatina,incominciando poi a sorvolare montagne e città in un volo nell’azzurro.
“Cosa sta succedendo?”chiese Bluetta alla sorella scarpetta.
“Non ne so niente,sono anch’io sorpresa quanto te”rispose la gemellina.
E continuarono così a volare finchè atterrarono in una grande radura dove splendevano mille luci Dov’erano capitati?Ma sì, si ricordarono poi, era il centotreesimo compleanno di Spolverina! Eccola là infatti circondata dalla sua magica polvere fatata mentre mormorava:
 “Luce di sole, luce di luna, polvere d’oro,polvere d’argento,fate in modo che la festa sia un vero portento..”
E così fu. Ma la parte più divertente fu la gara di tango fra fate elfi e maghetti.Veramente indimenticabile.Specialmente per Bluetta.
Perché proprio durante un passo di danza e una mirabolante piroetta fece una serie di simpatici incontri :le babbucce di seta e fili di luce dell’alba d’oriente del Gran califfo indiano,potente mago dagli occhi incantatori,gli stivaletti texani di maghetto John,che apparteneva a una nuova generazione dei signori della magia trasferitesi oltreoceano,e poi le scarpette verdi di erba e rugiada dell’elfo del bosco incantato.
Ma l’incontro più importante fu quello con un accattivante mocassino,calzato dal mirabolante Cavaliere Errante,che da secoli e secoli solcava cieli e mari per difendere i più deboli.
La Fata Turchina,anche lei affascinata dal coraggioso personaggio,incominciò con lui un tango appassionante…..Quanto durò ?Forse un soffio,forse tutta la vita.
 Ma nella scarpiera magica da quel momento in poi Bluetta ebbe un nuovo compagno per ballare il tip-tap,morbido e vellutato come un sogno di primavera.

 Morale della favola?Ogni scarpa ha il suo mocassino...basta trovarlo della taglia giusta!

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giovedì 13 marzo 2014

UN PETALO GUSTOSO: CREMA DI ZUCCA CON CIPOLLE DI TROPEA

Oggi un petalo gustoso
ZUCCA-GUSTO IN TASCA
per un pranzetto delizioso:
 una crema di zucca
sana e appetitosa
vellutata e assai golosa....
Fai dorare zucca e una cipolla
a cui aggiungi una patata e qualche carota
ricopri poi di acqua salata
e fai cuocere fino a cottura ultimata
quando è pronta  e raffreddata
questa zuppa va frullata
e si avrà così una crema
gialla e vellutata
che va mangiata
con crostini di pane al forno
e con la marmellata
di cipolle di Tropea
frullalero frullallà
e' una vera golosità!!

Lo sapete che ?
Pare che la zucca pare sia orginaria dell'America Centrale, alcuni semi infatti vennero ritrovati in Messico intorno a 7000 -6000 AC . Gli indiani del Nord America ne facevano largo uso, tanto che i primi coloni sbarcati in America impararono a coltivarla e la importarono in Europa insieme a patate e pomodori.
Come tutte le verdure giallo arancio contiene vitamina A e le vitamine del gruppo B,C,E che rinforzano la vista e proteggono dalle malattie. E' dolce ma ipocalorica ,quindi zucca a volontà!

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martedì 11 marzo 2014

UN PETALO DAL NEPAL CON IL SORRISO CHE NASCE DAL CUORE

“Namaste! Ben arrivati.Sarò io la vostra guida.”La mia prima volta in Nepal,tempo fa.
NEPAL E MERCATO SPEZIE
 Avevamo trovato ad accoglierci all’aereoporto  il lama tibetano, avvolto nelle sue vesti porpora ed  arancio. Ci avrebbe accompagnato nel nostro viaggio, interprete speciale di un’esplorazione in un paese che sembrava appartenere ad un'altra epoca. Aveva un volto senza età, il tempo sembrava  scorrere come una carezza senza lasciare segni incisivi su di lui. Manteneva l’entusiasmo per le  piccole cose come  un bambino unita alla sapienza di un asceta e aveva due grandi  occhi gioiosi capaci di scrutare nel profondo con la leggerezza di un sorriso. Sedeva rilassato sul  duro pavimento di un  monastero tibetano a Bodnath, pittoresco villaggio in prossimità di  Kathmandu, capitale del Nepal e mentre parlava con voce calma,   ci trasportava in un mondo di  colori forti e accesi, di sapori speziati, di aromi intensi, accompagnato dal ritmo gutturale dei
 mantra tibetani. Fu così che la nostra guida ci condusse in un itinerario dove la bellezza del
 paesaggio si mescolava agli insegnamenti spirituali.Avevano il gusto morbido di pillole di saggezza. E scivolavano lievi come le nuvole che lambivano le vette innevate della catena himalaiana che ci circondava.
“ Amorevolezza, tolleranza, compassione, gentilezza, questi sono gli ingredienti per la pace nel cuore” ci diceva lama Kharma mentre passeggiavamo intorno al grande stupa di Bodnath. Dall’alto della sua cupola i grandi occhi di Buddha disegnati sembravano seguirci con lo sguardo.Gli stupa sono monumenti in onore di Buddha, eretti originariamente per conservare le sue reliquie, che col  tempo hanno però assunto un significato più complesso. Nella struttura dello stupa sono  rappresentati gli elementi simbolo della filosofia buddista: la base rappresenta la terra, la guglia il  fuoco, la cupola si riferisce all’acqua, l’ombrello l’aria, il pinnacolo l’etere. L’universo, la sua  forza e la sua potenza racchiusi nell’opera dell’ingegno dell’uomo. Continuavamo a camminare in senso orario, come insegna la tradizione, intorno al grande  monumento bianco ornato da bandiere colorate , simbolo del paese, insieme ad una moltitudine di  nepalesi e monaci tibetani,che sorridevano, genuini, autentici, Contenti di niente, forse  solo di esistere, nonostante la palese povertà. Cominciavamo a capire che era proprio  questa  l’anima del Nepal:  il sorriso che proviene dal cuore.Questa freschezza d’emozioni la ritrovammo un po’ dappertutto nel nostro itinerario in questo  magico paese.Nel sorriso dei bambini  e delle donne che intessevano tappeti dai mille colori e disegni a Patan,
conosciuta storicamente come Città della bellezza e situata nella grande valle di Kathmandu.
Città di grande fascino con l’ampia piazza di Durbar  Square  ingioiellata da templi induisti che si apre ad una serie di caratteristiche stradine che conducono ai sempre suggestivi stupa.
 Negli occhi degli abitanti di Bhaktapur, chiamata anche Città del riso, in cui l’architettura  medioevale si mescola con gradevolezza a edifici dei  tempi moderni e dove decine di bancarelle  con manufatti d’artigianato in legno donano una nota briosa all’atmosfera del paese carica di  suggestioni del passato.Negli aquiloni che solcano con allegria soprattutto in autunno il cielo di Kathmandu, vera e propria metropoli caotica e con alto tasso di inquinamento atmosferico, che conserva però il calore gioioso dell’animo nepalese.
Nei colori vivaci delle tempere naturali con cui si dipingono i tessuti e che appaiono come un
arcobaleno improvviso in prossimità dei templi induisti.Persino nello sguardo indolente degli animali, mucche e vitellini, che camminano tranquillamente nelle strade fianco a fianco di grande e piccini, incuranti del traffico, placidi e sempre presenti nel  quadro a tinte brillanti della vita nepalese.
E ancora nella dolcezza del tramonto a Pokara, ridente villaggio ai piedi dell’Annapurna, lambito
dal lago Phewa Tai. E’ il punto di partenza di molti percorsi di trekking sulla catena montana e si respira  un’atmosfera  più frizzante e vacanziera con decine di ristoranti e negozietti di attrezzatura sportiva che si  affacciano sulle vie del lungolago. Durante i percorsi di montagna si incontrano piccoli villaggi  abbarbicati sulle rocce. “ Namaste, namaste, benvenuti ” si sente dappertutto.
 Gli abitanti accolgono i turisti con la consueta affabilità. Nonostante i segni sui volti delle fatiche
 per la quotidiana sopravvivenza hanno mantenuto un’ indole gentile e un genuino desiderio di
 comunicare, di aprirsi a popoli diversi accomunati da uno spirito di concordia.
“Si può veramente ritrovare la serenità interiore, basta volerlo realmente” questo semplice  insegnamento che il lama Kharma continuava a ripeterci durante il percorso insieme era  testimoniato dall’armonia che avevamo visto durante le nostre visite. Un morbido senso di pace in una realtà esteriore particolarmente aspra.  
“ Serbate dentro di voi un senso di amorevolezza e fatelo germogliare negli altri cuori  nel vostro  paese, è un augurio per tutti!” così ci salutò il nostro amico lama alla partenza, con il suo consueto  sorriso.
 E “Namaste “ a tutti voi gentili lettori, con questo petalo dal Nepal che ci fa condividere la bellezza e la gentilezza che si scopre in questo bellissimo paese.

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lunedì 10 marzo 2014

TURISTI PER CASO A NAPOLI E LA LEGGENDA DI SANTA PATRIZIA

Una domenica di sole a Napoli. Piazza di San Domenico Maggiore. Profumo di sfogliatelle e musica live di
Chiesa San Gregorio Armeno-Napoli
band giovanili che si esibiscono per turisti e abitanti della zona.Lui e lei in gita a Napoli sono affascinati da tutto quel colore e vigore partenopeo, anche se questa energia così esuberante un pò li stordisce. Non sono abituati, arrivano da un piccolo paese ligure dove la gente parla poco.
Lui: Che ne dici di arrivare fino a Via San Gregorio Armeno? E' la via dei Presepi....
Lei:  Ma Natale è lontano...
Lui: Dai, andiamo è caratteristico e poi potremmo trovare qualche simpatico souvenir...
Gironzolando fra le botteghe stracolme di pastori e cornetti portafortuna, ecco arrivare due suorine con gli abiti neri svolazzanti. Sembrano quasi due figuranti prese ad hoc per il divertimento dei più curiosi.
Lui, incuriosito: Seguiamole...
E fu così che i due turisti "per caso" scoprirono il chiostro e la chiesa di San Gregorio Armeno, due gioielli d'arte incastonati nel variopinto centro storico della città.
Appena entrati nel chiostro si incomincia a ritornare indietro nel tempo, l'aria è profumata dell'aroma lieve di limoni e aranci. Le suore, alcune straniere, sono gentili, sorridono con il cuore. Sono le Suore Crocefisse dell'Eucarestia e si prendono cura dei ragazzi"difficili" del quartiere.
La Chiesa, accanto al chiostro è piccola e sfavillante di stucchi dorati. Si respira un'atmosfera di pace e d'intimità spirituale.
Una leggenda narra che fu edificata sulle rovine del tempio di Cerere verso il 930, nel luogo che avrebbe poi ospitato il monastero fondato da Santa Elena, madre dell'Imperatore Costantino. Un'altra leggenda indica la presenza di un monastero di suore basiliane dedite a Santa Patrizia, le cui spoglie sono in effetti conservate nella chiesa dal 1864.
"Eccola là la Santa in quella piccola teca" E' conservata in una cappella a destra della navata;  la indica una suora minuscola, dai tratti asiatici. E' filippina, ma parla con un curioso accento napoletano.
Anche Santa Patrizia arriva da lontano:  a metà del 600 DC, nata da una ricca famiglia di Costantinopoli,  abbandonò la sua vita agiata per recarsi in Terra Santa, la leggenda narra che durante il viaggio fu vittima di un naufragio che la portò a Napoli, dove morì in convento qualche tempo dopo.
"E' copatrona di Napoli insieme a San Gennaro"  sussurra ancora la suorina.
"Pochi lo sanno". In effetti durante i secoli anche per lei ci sono state testimonianze di numerose manifestazioni di scioglimento del sangue e della manna, in particolare in occasione della sua festa il 25 agosto.Alcuni dicono di recarsi alla chiesa di martedì, qualche cosa potrà succedere...
Santa Patrizia, ce lo fai un miracolo? Proviamo a chiederlo....forse ci esaudirà.

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venerdì 7 marzo 2014

UN PETALO PROFUMATO PER TUTTE LE DONNE

FESTA DELLE DONNEBuona giornata a tutte le donne: un saluto a te Donatella, Susy,Maria, Anna,Rosa, Mirella,Giovanna, Patrizia, Alice,Manuela, Federica, Ornella, Lucilla, Letizia, Antonella, Lina, Lidia,Linda, Elena, Carmela......Ha ancora senso festeggiare l'8 marzo? Festa della donna un pò osteggiata, un pò snobbata ma rimane sempre occasione di condivisione, anche solo di un sogno, di un progetto, di una piacevole chiacchiera. Lo sapevate che in Russia l'8 marzo è una ricorrenza importante? In Colombia invece è off limits per gli uomini che non possono partecipare a nessuna delle iniziative promosse per questa giornata,  spesso  rivolte alla raccolta fondi per associazioni che difendono i diritti di donne e minori. Paese che vai....
Vorrei offrire a tutte le donne un petalo profumato, proviamo a farlo volare nel cielo trasportato dalla forza dei nostri desideri più profondi e l'aria si riempirà di tanti aromi e colori, con l'augurio per tutte di ritrovare la magia di un sorriso....

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giovedì 6 marzo 2014

FOODY,BAMBINI, CREATIVITA' E CIBO :UN PETALO GUSTOSO

Si chiama Foody la nuova mascotte Disney per Expò 2015, un nome scelto dai bambini attraverso un sondaggio, insieme a Guagliò l'aglio, Arabella l'arancia e così via per frutta e verdura.Solo a parlarne viene già l'appetito ....Ecco un petalo gustoso per oggi: creatività  e cibo,. ricette, racconti e musica per esprimere con  fantasia il gusto degli alimenti. Cibo che ci emoziona e ci nutre, che alimenta anche la mente e non solo il corpo. Fonte di ispirazione inesauribile è un argomento trattato in mille appetitose  salse diverse. Risorsa primaria della terra, salvaguardia dei prodotti locali a kilometro zero, educazione alimentare per una salute migliore, questi argomenti sono spesso sottoposti all'attenzione della pubblica opinione specialmente ora in anticipazione di Expò 2015 che si svolgerà  a Milano l'anno prossimo.Il Re cibo sarà il piatto principale sui tavoli di discussione delle molte iniziative organizzate.In particolare una giusta e corretta educazione alimentare comincia sin da bambini. Bambini che sono spesso soggetto privilegiato delle attività di comunicazione di tante aziende nel settore. Bambini che specialmente nella fascia di età più piccola, come ad esempio quelli che frequentano le prime classi delle elementari, hanno necessariamente bisogno di essere sensibilizzati, insieme alle famiglie, per crescere con comportamenti alimentari corretti e interiorizzati.  Ed è proprio la fantasia che può costituire un utile supporto per parlare ai piccini. La creatività espressa in racconti, fiabe, applicazioni, cartoons attiva l'immaginario del bambino e crea quell'effetto di coinvolgimento empatico necessario per sintonizzarsi con il suo mondo.  Un fruttino, una verdurina che cammina e parla e racconta il suo universo "fruttoso" e "verduroso" è simpatico, di casa, diventa una parte della famiglia. Ci piace e lo accogliamo con affetto: quando lo troviamo in tavola sappiamo che è un amico. Questo è il pensiero del bambino.  E anche cucinare insieme con i genitori, che magari raccontano un ricetta gustosa e in rima, cantandola in allegria mentre preparano un piatto,  può essere di grande aiuto per attivare, crescendo, una migliore consapevolezza sul valore del cibo. Che non è solo sapore, ma soprattutto , può diventare  la migliore medicina per la nostra salute.  A presto allora, all’appuntamento fra un anno all’Expò 2015  a Milano. Una grande Kermesse  che può costituire una opportunità per tutti di accrescimento di una coscienza alimentare sana e gioiosa nel rispetto delle risorse che la nostra terra ci dona e ci ha sempre offerto, con generosità.



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lunedì 3 marzo 2014

CHIAMARLO AMORE NON SI PUO': AL PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI.

Amore romantico, amore gioioso, amore che ci fa volare, ma anche amore tossico, violento che viola l'anima e il corpo delle donne.Amore che si declina con cuore ma anche con terrore. La paura che si insinua
PAM CHIAMARLO AMORE
lentamente  e che devasta la mente e la volontà di reagire alla violenza, all'egoismo, al possesso, alla sopraffazione. Petali di un fiore macchiato di sangue e di dolore.Il dolore che rimarrà sempre come macchia indelebile e nascosta nell'animo e che minerà la fiducia  e la luce in un nuovo rapporto affettivo.
Ventitrè autrici raccontano la violenza sulle donne  in "Chiamarlo amore non si può" edito da Mammeonline di Donatella Caione. Un libro dedicato a ragazze e ragazzi adolescenti per una riflessione profonda sull'educazione ai sentimenti.Ma l'amore si prova o si impara? Anche le emozioni più intense vanno incanalate in un percorso affettivo che promuova il rispetto e  la gentilezza. La bellezza di un cuore che si apre all'amore deve essere riconosciuto e non calpestato. Ci vogliono  una sensibilità e  consapevolezza che non sempre si attivano spontaneamente, spesso ci vuole un aiuto. E questo libro è un utile spunto per entrare nella scena di tante storie di donne violate. L'empatia che si crea con la lettura di un racconto è un filo sottile ma sempre presente che può unire mente e cuore.E proprio per proporre un percorso di riflessione  a ragazzi e adulti è nata   la mostra "Chiamarlo amore (non) si può" sotto la direzione artistica di Tiziana Bruno che si svolge al Palazzo delle Arti di Napoli dal 3 al 9 marzo. L'iniziativa raccoglie fotografie e  dipinti per raccontare la realtà delle donne oggi, come tema universale. Da tutto il mondo arrivano infatti le immagini esposte che sono collegate alle frasi dei varie novelle del libro e che saranno viste da molte scolaresche di Lazio e Campania invitate all'evento.
DONATELLA CAIONE MAMMEONLINE
Un grazie alle autrici che  hanno contributo al libro: Anna Baccelliere,Alessandra Berello,Rosa Tiziana Bruno,Fulvia degli Innocenti,Ornella della Libera, Giuliana Facchini, Ilaria Guidantoni, Laura Novello,Isabella Paglia, Daniela Palumbo, Elena Peduzzi, Cristiana Pezzetta, Annamaria Piccione Manuela Piovesan, Livia Rocchi, Maria Giuliana Saletta, Chiara Segrè, Luisa Staffieri, Annalisa Strada, Pina Tromellini, Pina Varriale, Laura Walter, GiamilaYehya

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Un’affresco su un’ Italia  che vola sulle ali di emozioni leggere, ma anche la ricerca di una profondità perduta. Suggestioni  e colori che dipingono la bellezza di una città come Roma, antica e regale. Che non stanca mai,
La Grande bellezza
che sorprende sempre, con gli odori delle viuzze, i profumi e  gli scorci dai terrazzi. E poi le feste, la falsa allegria, gli intrighi di palazzo. La decadenza dell’animo, lo sgretolarsi dei sentimenti più genuini.  Un’interpretazione magnifica quella di Toni Servillo, un Jep Gambardella con un sorriso che nasconde la melanconia di chi non riesce più a riscaldarsi con la magia di un amore. Tutto diventa routine, festosa ma carica di indifferenza. Si è meritato il Golden Globe e ora l’Oscar come migliore film straniero questo bel film di Paolo Sorrentino, perché ci ha donato il colore di un’emozione. Anche se vissuta attraverso l’ occhio distaccato e consapevole di chi non crede forse più alla purezza degli affetti e alla possibilità di  un’esistenza  in cui talento e competenza abbiano un valore. Ma che avrebbe tanta voglia di crederci ancora.E speriamo che questo sia un bel messaggio per il nostro paese, per ritrovare la fiducia in noi e nelle nostre risorse creative. Guardando questa “grande bellezza” della natura e dell’arte che ci circonda cerchiamo di riaprire  il cuore alla speranza del sole. Di nuovo.

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sabato 1 marzo 2014

SUSSURRI E NOTE AL SAPOR DI FRUTTA E VERDURA

"Coglimi, coglimi,allunga la mano sono matura...Altrimenti casco giù come una pera!"
Questo potrebbe essere il dialogo sussurrato fra una pera e un agricoltore.
Surreale fantascienza? Forse.
GIGINZUCCHINA
Ma è recente la proposta fatta durante un convegno SAPIEXPO' a Roma dal gruppo di ricerca
coordinato da Roberto Li Voti  del Dipartimento di Scienze di base e applicate per l'ingegneria
dell'Università la Sapienza di Roma.Attraverso una tecnica di misurazione della vibrazione emessa dagli ortaggi e dalla frutta a contatto con un fascio di luce, si potrebbero ascoltare i loro "sussurri" individuandone il tasso di maturazione.
Chissà quanti bisbigli in un frutteto a primavera....
Che poi la verdura produca musica già si sa: gli artisti della Vegetable Orchestra nata a Vienna nel 1998 fanno concerti in tutto il mondo e creano i loro strumenti musicali con carote, zucche, peperoni e zucchini.
 Questi vengono tagliati e assemblati e donano bellissime note agli spettatori.
 Poi parte della verdura utilizzata andrà a far parte di una super zuppa che viene servita alla fine del concerto, mentre una parte degli strumenti-ortaggi sono poi regalati dai musicisti come souvenir musico gastronomico.
Cibo e creatività sono in tavola!

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