lunedì 22 settembre 2014

SOLA E SENZA MEMORIA IN UN CAMPO DI GIRASOLI

Letizia si svegliò sudata e nel suo letto, come sempre.Svuotata e stanca.
“ Ancora quel maledetto sogno” pensò
“ Arriva puntualmente e ogni volta mi lascia svuotata”  
Sola in un campo immenso di girasoli. Il sogno movimentava spesso le sue notti ed era così intenso che le sembrava di vivere realmente quella situazione surreale. Ogni volta uguale, stesse scene, stessi colori. E ogni volta le riproponeva con forza una domanda.
Si può immaginare il futuro senza evocare il proprio passato? E’ come scrivere una sinfonia senza conoscere le note o dipingere un quadro senza occhiali per un miope, il tono e’ impreciso, i contorni sfocati. Letizia, non riusciva a proiettarsi in avanti senza conoscere tutti i mattoni con cui era stata costruita la sua storia personale. C’era una zona della sua vita, degli ultimi anni che non ricordava assolutamente. Come fosse bloccata da un muro alto e opaco. Provava spesso a valicarlo. Ma fino ad ora non ci era riuscita. Aveva solo collezionato immagini scollegate, dai colori lievi, emozioni prive del profumo intenso di esperienze realmente vissute. Aveva compreso, sulla propria pelle, l’importanza delle sue radici, del susseguirsi degli eventi che l’avevano fatta crescere, soffrire, amare. Sentiva intensamente il bisogno di ricomporre i tasselli del suo mondo di ieri. Quel sogno ricorrente era probabilmente un segnale di questa sua ricerca frustrante. Durante quei sonni agitati si sentiva prigioniera di un interminabile presente.  Le pareva che la sua vita fosse racchiusa in quell’infinito campo di girasoli..Un incubo, provava la inquietante sensazione di veleggiare  all’interno di una nebulosa in solitudine e  senza una direzione...
Un racconto di fantasia? No è la testimonianza di un 'anziana signora che incominciava ad ammalarsi di una malattia devastante per lei e i suoi familiari.Un mostro che cresceva lentamente ma inesorabilmente dentro di lei ingoiandosi la sua anima.
Un mostro chiamato Alzehimer.
Letizia mi disse che priva di una parte del  passato si sentiva mutilata  della sua essenza interiore. Era come una conchiglia che conservava solamente il suo guscio, senza il contenuto,  riempita di una sabbia polverosa, inodore e insapore. Si sentiva impotente, bloccata in un labirinto di cui non trovava l’uscita..ma continuava a sorridere e a creare piccoli fiori di carta che regalava agli amici.
Una storia triste questa ma dal profumo delicato e intenso delle rose che Letizia, gentile signora d'altri tempi non voleva smettere di creare per continuare a vivere  e a sperare...

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