martedì 29 novembre 2016

IL TORNEO Al CASTELLO DI NEVE


BRRRR che freddo che fa, eccoci allora con una fiaba nella neve!

Nevicava, nevicava.Fagiolino era sdraiato sul divano in soggiorno e guardava sonnecchioso i grandi fiocchi bianchi scendere dal cielo. C’era silenzio intorno. All’improvviso si accorse che qualcosa di strano stava accadendo: sembrava quasi che il grande pupazzo di neve che aveva costruito in giardino si stesse muovendo!
“Impossibile” 
Eppure vide  proprio  che gli strizzava l’occhio e gli faceva un cenno di saluto con la mano come per dirgli: “Dai prova a prendermi!”.
Partì quindi come un razzo sullo slittino del bambino.
Fagiolino,che amava le sfide,senza neanche pensarci troppo, uscì di casa, e via all’inseguimento! Percorsero così boschi e vallate sulla neve soffice e ovattata, finchè  finalmente il bambino riuscì a raggiungere il velocissimo pupazzo.
Ma appena si avvicinò per toccarlo sentì una voce profonda che dall’alto di una rupe diceva:
 “Bravo, hai superato con coraggio la prova”.
Era il Gran Saggio che abitava nel Castello di ghiaccio  azzurro lassù sulla vetta più alta.
“Come premio per la tua bravura sei invitato al Torneo Invernale della Palla di Neve che si svolgerà domani al mio Castello, sarai l’ospite d’onore” continuò il Gran Saggio “Portati i pattini, lassù“ e indicò il maestoso castello “è tutto di ghiaccio “
“Ti guiderà il tuo bianco amico che ti ha condotto fino a qui, ti aspettiamo, non tardare” e scomparve improvvisamente dalla vista.
Fagiolino, si stropicciò gli occhi: che avesse solamente sognato? Ma no, il pupazzo di neve era lì che lo aspettava per la via di ritorno, era tutto vero!
Il giorno dopo arrivarono puntuali al Castello. Era veramente magnifico, vastissimo e per la verità un po’ freddino. Infatti enormi stalattiti facevano da lampadari e le stanze erano collegate fra di loro da rapide piste da bob. Piccoli pinguini scivolavano da una parte all’altra della dimora su monopattini d’argento, in mille faccende affaccendati! Veramente divertente!
Nella sala principale, grande come uno stadio , si svolgeva il Torneo Invernale della Palla di Neve.
  Nel centro della stanza vuota c’era il palco per la Giuria.
“Ma chi sono i partecipanti? ” si chiedeva Fagiolino.
Mentre così pensava apparve il Signore del Castello che rivolgendosi al bambino disse:
“ Finalmente sei arrivato, sarai tu come ospite d’onore  a premiare il vincitore”
“Io? Proprio io?” esclamò stupito il bambino.
“Sì, proprio tu, ma ad una condizione; per regolamento del Torneo non potrai parlare ai partecipanti se non quando saranno tutti entrati nella sala per il saluto,  sarai quindi bendato fino a quel momento. Accetti?” rispose il Gran Saggio.
Fagiolino ci pensò un po’ su e poi accettò. Non poteva vedere niente ma dopo poco, cominciò a sentire un certo tramestio e qualche risatina. Infine il silenzio. Non volava una mosca. Voleva gridare, sapere cosa stava succedendo, non ne poteva più era troppo curioso. Ma resistette a non parlare e dopo un tempo che gli parve interminabile venne liberato dalla benda.
“ Te lo sei meritato ”udì esclamare in coro.
Fu così che vide tutti i suoi amici, i genitori, la maestra, persino il suo adorato gatto e gli abitanti della dimora di ghiaccio muniti di pattini e con bellissime ceste piene di palle di neve, riuniti nella sala che cantavano festosi: “Tanti auguri a te, tanti auguri a te”. Preso dal mistero del Castello si era dimenticato che quello era il giorno del suo compleanno!!! Gli avevano fatto un bellissimo regalo, una vera festa a sorpresa. Evviva!
Fagiolino si svegliò di soprassalto: era stato solo un sogno. Peccato. Ma una cosa aveva imparato:il silenzio è d’oro,aveva ragione la mamma a dirglielo spesso.

Poi uscì con gli amici nella neve soffice come panna e per tutta la giornata volarono palle di neve!

lunedì 14 novembre 2016

UN GERMOGLIO NEL CUORE PUO' DIVENTARE UN FIORE :LA FIABA DI FAGIOLINO CONTINUA

Gli anni erano passati e Fagiolino, uscito dalla pancia della mamma, era ormai cresciuto. Si era trasformato in un bimbo vivace, affettuoso e pieno di curiosità. Aveva appena sette anni ma era già affascinato dalle tante  domande che affollavano il suo universo  ogni giorno.  
 Questo era il suo motto  “ Non dar nulla per scontato,il mondo è grande e va esplorato”.
Leggeva tantissimo ed era appassionato delle fiabe del passato, le trovava più carezzevoli e gustose. Era diventato grande a pane e Cappuccetto rosso! Inutile dire che era un fan della “Fata Turchina” e se non fosse stato troppo piccolo per farlo, avrebbe già aperto un gruppo per lei su Facebook! Quante volte aveva letto Pinocchio e l’aveva ammirata così dolce  e gentile, sempre pronta a dare un aiuto.
Ma non esistevano più persone così? Era solo una fiaba?
Guardandosi intorno poteva vedere gli adulti , e anche qualche bambino, sempre arrabbiati e scorbutici come se mangiassero in continuazione limoni acerbi e senza zucchero! Bisognava trovare un antidoto all’asprezza prima che il mondo perdesse tutto il suo miele! Che fare? Far addormentare tutti in una stanza al sapor di panna e cioccolato? 
Forse durante la notte tutta quella dolcezza si sarebbe riversata nel cuore dei dormienti con un effetto “tenerezza” al mattino!
“Fata Turchina aiutaci tu”la chiamò un giorno con il pensiero Fagiolino
Si concentrò e la gattina Pallina, sorniona e batuffolosa, si accoccolò vicino a lui facendo le fusa.Questa volta non le tirò la coda come faceva sempre. Anche lui doveva fare un piccolo sforzo, essere più gentile e comprensivo, questo lo aveva capito.
 “Un germoglio nel cuore diventa un fiore” sentì sussurrare nell’aria profumata di vaniglia. C’era qualcuno accanto a lui o aveva solamente sognato?
Il giorno dopo portò a scuola due bei mazzi di fiori di campo. Li aveva raccolti in giardino. Uno era per la maestra che lo ringraziò con un sorriso.
Ne aveva anche per per i compagni a cui donò un fiore per ciascuno. Qualcuno ridacchiò, volò qualche battutina, una bimba se lo mise fra i capelli  ma il gesto era piaciuto. Tanto più che era arrivato inaspettatamente. Non era il compleanno di nessuno, nessuna ricorrenza da festeggiare. E tantomeno aveva chiesto qualche cosa in cambio. Caramelle, figurine o un giro di gioco sulla playstation. Era stato solo un pensiero gentile.
Francesca, la sua amica e compagna di banco gli scoccò un bacio sulla guancia. Fagiolino arrossì, l’aveva fatto davanti a tutti! Ma il suo cuore sorrise.
“ Non dar nulla per scontato, sii grato a chi a suo modo ha dato” poteva essere il suo nuovo motto.
L’aria profumava di nuovo di vaniglia e cioccolato. Che fosse passata da lì la Fata Turchina? Forse è proprio lei  la fata che ci aiuta a far germogliare nel cuore il fiore della gentilezza e dell’amore. Non bisogna farla volar via.

Hei bimbo,dico a te , l’hai poi incontrata la tua Fata Turchina?